venerdì 24 aprile 2015

GLI ANTICHI GIARDINI DI REAMOL


QUARTO SCRITTO SUL TEMA

ALBERI... TRAMITE FRA IL MONDO TERRENO ED IL MONDO DIVINO


GLI ANTICHI GIARDINI DI REAMOL... MEMORIA DELLA MIA INFANZIA...


RICORDI D'AMORE E FERITE DELL'ATTACCAMENTO

La memoria della mia infanzia è legata agli alberi..... a tutti quelli che crescevano lungo le sponde del lago di Garda e, in modo del tutto particolare, a quelli che i miei nonni paterni coltivavano nell'antica limonaia di Reamòl, a Limone sul Garda...

Ricordo, con grande affetto e profonda nostalgia, i mandorli e i ciliegi in fiore, bianche nuvole tra gli olivi d'argento..... Ricordo i loro frutti..... i buonissimi semi magri e allungati... così ben protetti nel loro coriaceo mallo..... e le invitanti drupe rosse... carnose e dolci..... E mi si stringe il cuore a pensare che di loro, a Reamòl, non c'è più quasi l'orma.....

Ricordo i mitici, verdi melograni dalle foglie lucenti e dai rossi fiori..... e i nespoli del Giappone con i loro frutti gialli dalla polpa acquosa ed acidula.....

Il glicine rampicante con il suo tronco contorto e i lunghi grappoli viola dal profumo delicato..... i gelsomini francesi con la dolce, inebriante fragranza dei loro piccoli fiori bianchi..... le rose ricadenti... quelle chiare e quelle rosse... scure, odorose, vellutate, dall'essenza pregiata... che ricoprivano i bianchi pilastri della limonaia..... la passiflora del terrazzo grande, dai fiori bianchi con doppia corona di stami neri.....

La nonna adorava i suoi rampicanti ed i loro profumi... bellezza ed ornamento... quanto il nonno teneva alle sue viti e ai suoi ulivi... onore e dignità... sofferenza e solarità insieme.....

Io ricordo, con particolare attaccamento, gli alberi di lillà... così femminili... con i loro fiori rosa e viola... profumo rasserenante d'altri tempi... sentore di primavere già vissute in quegli stessi luoghi... con altri nomi di battesimo..... e gli iris... così regali... bianchi, azzurri e blu-viola... che formavano intense macchie di colore ai piedi degli olivi.....

Stupore ed incanto... Sogno e fiaba... per me, bambina, che, durante la settimana, ero costretta vicino ad una rumorosissima acciaieria fra il fumo e il cemento.....

Ricordo, con immensa gratitudine, i limoni, gli aranci amari, i mandarini, i cedri... i loro fiori bianchi dal delicato sentore... le foglie aromatiche... i frutti succosi con la buccia così spessa per le piccole mani di una bimba..... le profumatissime fragoline di bosco..... ed i magici alchechengi con le lucenti bacche arancio racchiuse, una ad una, nella loro membrana protettiva... piccole lanterne giapponesi nei miei giochi di bambina.....….. i sambuchi, con i loro fiori bianchi raccolti ad ombrello... ed il loro strano odore.....…..la limoncina aromatica... profumo di verbena..........

E ancora... il muschio del prato grande... che cresceva tra gli ulivi... all'ombra delle antiche bianche mura di cinta.....i garofanini dei poeti.....i ciclamini rosa e viola... dalle foglie a cuore e dall'intensa fragranza.....la mentuccia che, calpestata, sprigionava la sua essenza odorosa.....fiori ed erbe che nascevano spontanei nel bosco soprastante la limonaia... e nei verdi pendii che la circondavano... fin giù, alle rive del lago.....

Ricordo che adoravo i sempreverdi cipressi... scure sentinelle secolari messe di guardia ai confini esterni della proprietà..... I lavori per la costruzione della pista ciclabile li hanno, in gran parte, abbattuti senza alcuna pietà, insieme ai pini marittimi, agli oleandri amari dalle mille sfumature e agli alberi di Giuda con le loro nuvole rosa dal colore acceso.....

Ricordo con devozione i teneri, lunari salici piangenti che crescevano lungo le bianche spiaggette e affondavano le loro lunghe braccia pendule nell'acqua del lago..... annunciandomi pene d'amore, tristezza, dolore.......... il fico con i suoi rami contorti e le sue foglie larghe e ruvide.......... il cappero dalle foglie tonde e carnose.......... e l'aromatico rosmarino dai piccoli fiori azzurro-viola.......... piante ed arbusti che sporgevano dalle antiche bianche muraglie... nati spontaneamente.......... I rovi di macchia, in agosto, trasformavano i loro piccoli fiori color bianco-rosa in preziosissime more nere.....

Poi c'era la magnolia bianca “mia coetanea” che mia madre aveva regalato a sua suocera, in segno di ringraziamento, per aver ricevuto, attraverso di lei, il dono di mio padre... L'albero, simbolo di quel nuovo amore e dei suoi frutti... il fidanzamento e il matrimonio... era pronto ad annunciarle le tre gravidanze in arrivo... e venne piantato, se pur con qualche incertezza, nel terrazzamento a lago, vicino alla casa..... A tutt'oggi si erge alto e forte... con i suoi grandi fiori bianchi profumati e le sue lucide foglie ovali..... e rappresenta tutta la potenza e l'energia di mia madre... la sua fecondità... la sua capacità di resistere a qualsiasi contrarietà... i suoi sforzi... il suo coraggio... la sua volontà... il suo desiderio di vita... nonostante tutto.....

A me rimane la profonda nostalgia per questo incantevole luogo di appartenenza che non è mai stato del tutto mio..... sentimento che altro non è che profonda nostalgia per mio padre..... assoluta fedeltà nei suoi confronti..... sacrificio rituale dell'amore cieco..... ferita dell'attaccamento..... frenetica difesa contro la sensazione di perdita, di abbandono, di solitudine, di separazione che mi assaliva da bambina..... e che mi si è ripresentata intensa dopo la morte di mio padre.....

Gli alberi che rimangono in questo magico luogo, cinto dalle trasparenti braccia del lago, un tempo selva armonica dove il canto degli uccelli portava la voce dell'anima di coloro che, nello scorrere dei secoli l'avevano rispettato, curato, amato, siano salici, agavi, lecci o ulivi... sono per me simbolo della vita e memoria della mia infanzia..... L'azione di tagliare, di abbattere, di sradicare mi porta il racconto dell'indicibile pena che si prova alla perdita di una persona cara, di una figura di accudimento, di un padre, di una madre, di un fratello maggiore, di un amico.....

ILLUSTRAZIONE DI CATRIN WELZ STEIN

Devota come ramo

curvato da molte nevi

allegra come falò

per colline d’oblio,

su acutissime làmine

in bianca maglia d’ortiche,

ti insegnerò, mia anima,

questo passo d’addio…

(Cristina Campo)

Nessun commento:

Posta un commento