UNDICESIMO SCRITTO SUL TEMA
NUMEROLOGIA... UN VIAGGIO ALL'INTERNO DI NOI STESSI...
NEI DATI ANAGRAFICI SONO NASCOSTI I NOSTRI TALENTI... LA NOSTRA PERSONALITA'... LO SCOPO DELLA NOSTRA VITA...
UN PO' TUTTE LE MADRI DEL MONDO, DA UN LATO... DANNO LA VITA, NUTRONO, ACCUDISCONO, PROTEGGONO, INSEGNANO... DALL'ALTRO LATO... "DIVORANO", "SOFFOCANO", SI PONGONO "OSTACOLI" ALLA LIBERTA', ALL'AUTONOMIA, ALL'INDIPENDENZA...
STRALCIO COLLEGATO AI DIECI TESTI PRECEDENTI E AI DUE CHE SEGUONO...
Come l'origine delle problematiche legate alla "fanciulla insofferente e ribelle", che ancora vive dentro di me, va ricercata, soprattutto, nel rapporto doloroso, sofferto, inusuale e precario che, durante l'infanzia, ho vissuto con mio padre, "l'oggetto dei miei desideri", il "primo uomo della mia vita", persona forte e meravigliosa quanto affettivamente "assente" nei confronti di noi figli e della mamma..... così l'origine delle problematiche correlate alla "fanciulla emotiva ed ipersensibile" ed alla "piccola orfana vulnerabile e divisa", aspetti "ombra" della mia personalità che, ancora oggi, resistono nei penetrali del mio inconscio, va ricercata nel rapporto simbiotico, teso e complesso, carico di rivalità, di contrasti e di ostilità che, nel periodo dell'infanzia, ho sperimentato con mia madre, la "prima donna della mia vita", la "rivale dominante", la figura genitoriale che mi ha sempre considerato "un oggetto di sua proprietà", "un piccolo essere alle sue dipendenze", persona altrettanto forte e meravigliosa quanto "soffocante" nei confronti di noi figli e del marito...
"UN TENERO ABBRACCIO" - dettaglio - 1887 EMILE MUNIER (1840 - 1895) |
In genere, è il padre a rappresentare l'autorità all'interno di una famiglia...
Nella mia, invece, l'autorità si è sempre personificata in mia madre...
La mamma, di solito, dovrebbe rappresentare l'affetto, il calore, la protezione, il rifugio, il "porsi in relazione"...
Dovrebbe simboleggiare il "sentire" prima ancora del "fare"...
Il "fare" dovrebbe appartenere alla sfera paterna...
Mia madre ha rappresentato prima di tutto il "fare", il "governare", l'"agire", l'"ottenere" mediante il dominio, l'ingerenza, l'autorità punitiva...
E' stata padre e madre insieme... anzi, forse, è stata padre prima ancora che madre...
Un po' come tutte le madri del mondo, compresa la "grande madre terra", mia mamma, da un lato ha dato la vita a me e ai miei fratelli, ci ha nutrito, ci ha accudito, è stata la nostra insegnante..... mentre, dall'altro lato, ci ha "divorato", "soffocato", si è posta "ostacolo" alla nostra libertà, alla nostra autonomia, alla nostra indipendenza... è stata troppo severa, troppo protettiva, troppo possessiva, troppo "padrona"...
Sigmund Freud diceva che solo i figli che sanno di essere stati amati e stimati dai loro genitori, nella vita reale, riusciranno, poi, a manifestare quella speciale forza d'animo, quella particolare sicurezza in se stessi, quell'imperturbabile ottimismo... in grado di farli divenire degli "eroi" e di portarli al successo...
Viceversa, i bambini che non hanno ricevuto, per tempo, la stima e l'affetto dei propri genitori, una volta divenuti adulti, non avranno fiducia in se stessi... vivranno turbati dal dubbio e dall'incertezza... nutriranno un costante timore di fallire che li renderà deboli... non si sentiranno mai pronti davanti agli ostacoli, mai all'altezza della situazione... e rimanderanno sempre le decisioni ad un futuro migliore, nel quale saranno diventati veramente bravi...
Anch'io, purtroppo, come questi ultimi bambini, non ho avuto la fortuna di sperimentare, durante l'infanzia, un rapporto equilibrato con i miei genitori..... né con mio padre, né con mia madre... il primo troppo distante, la seconda troppo invadente... anche se, entrambi, eccezionali, non comuni, unici e speciali, ricchi in talento, in doti, in virtù...
I pregi di mia madre?
Il coraggio, la speranza, la volontà, l'entusiasmo, la fecondità, l'energia, la combattività... la capacità di resistere con forza a qualsiasi contrarietà... il desiderio di vita, nonostante tutto...
La fortuna di mia madre?
Aver avuto, da sempre, l'affetto e la stima di suo padre e della sorella maggiore di suo padre... un grande, infinito, caloroso, amorevole affetto... una stima totale, profonda, sentita, vera...
Impavida e fiera, con la grinta del guerriero, mia mamma, con tale forza alle spalle, non si è mai tirata indietro, non si è mai data per vinta...
E' stata tutto per me!
Mi ha dedicato la sua vita!
Non ho avuto altro che lei!
La sua forte, telepatica presenza, ingombrante e speciale insieme, mi accompagna ancora... dovunque io vada...
Il suo più grande sbaglio?
Avermi tenuta tutta per sé...
Avermi chiuso l'accesso emotivo all'oggetto dei miei desideri, all'uomo della mia vita, alla figura genitoriale di sesso opposto al mio...( tanto che ancor'oggi, a volte, mi sento orfana nella parte sessuata del mio essere...).
Avermi impedito di "prendere" da mio padre e dalla sua famiglia di origine : dalle mie tre zie, dalla nonna, dal nonno... dalla prozia... (immenso patrimonio che, nonostante la mia buona volontà, non ho mai potuto del tutto recuperare...).
Avermi "costretto" a rinnegare, screditandolo, il cinquanta per cento del mio DNA.....
Per amore di mia madre, io, primogenita e, quindi, legata inscindibilmente al padre, ho dovuto tenere nascosta quella parte di me che mi derivava dalla figura maschile di discendenza...
Per farmi accettare da lei, ho dovuto tener occultata la mia parte maggioritaria...
Per poter vivere con lei, ho dovuto allontanare da me la mia metà destra...
Nella cripta sotterranea del mio essere, dove la si può, ancor oggi visitare, non è da sola...
Le fa da compagna una profonda, invalidante, radicata nostalgia per quello stesso genitore di appartenenza che le è stato sottratto...
Al loro fianco... un'indicibile pena... un patimento insostenibile... un'afflizione paragonabile solo a quella che si può provare alla perdita di una persona cara... alla scomparsa della persona del cuore...
Questa insolita dinamica di coppia, venutasi a creare fra mia madre e mio padre fin dagli albori del loro amore, dinamica che, forse, voleva richiamare l'attenzione sulle perdite e sulle esclusioni avvenute nell'ascendenza dei loro due sistemi familiari, rispettivamente nel ramo materno ed in quello paterno, per giunta, in collegamento fra di loro..... come si può immaginare, mi ha portato, una volta divenuta donna, a sviluppare un comportamento "inadeguato" con gli uomini, comportamento che si è, in parte, risolto proprio con la presa di coscienza del fatto...
Ma non è tutto...
Mia madre, forse inconsapevolmente, ma, di certo, non per caso, senza riuscire a fare diversamente, ha ripetuto, con me ed, in parte, anche con mia sorella, esattamente come si ripete da un copione, la relazione conflittuale che lei stessa aveva vissuto, da bambina, con sua madre e che sua madre aveva, in precedenza, sperimentato con chi, a sua volta, l'aveva messa al mondo, cioè con la nonna della mia mamma, vale a dire con la mia bisnonna, donna potente, energica e volitiva che, per un soffio, non sono riuscita a conoscere di persona...
Tre figure femminili, la mia bisnonna, la mia nonna e la mia mamma e chissà quante altre prima di loro, "irretite", una di fila all'altra, come anelli in una catena di generazioni, nel ruolo di "nemiche" prima ancora di essere madre e figlia... senza riuscire a trovare via di uscita per evadere da questa prigionia...
Durante l'infanzia, l'adolescenza, la giovinezza.. non ho mai avuto l'occasione di poter assaporare il piacere dell'approvazione materna...
Quando io dicevo "bianco", mia madre ribatteva immediatamente "nero".. e, viceversa, se provavo a dire "nero", lei ribadiva subito "bianco"..
Il mio punto di vista veniva contestato in partenza, a prescindere dal contenuto...
A volte la cosa prendeva dimensioni spropositate, lasciandomi in uno stato di profondo sgomento, assorbita da una spiacevolissima sensazione nella quale un'infinita tristezza si mescolava ad un'intensa collera...
Naturalmente, come era già successo tra la mia nonna materna e la sua sorella minore, mia prozia... io e mia sorella abbiamo ripreso, tale e quale, senza poter fare diversamente, la relazione conflittuale che era esistita tra la mamma e la nonna... e, prima ancora, tra la nonna e la bisnonna..... entrambe assegnatarie, noi due figlie ancora piccole, di contratti individuali che ci hanno portato, inconsapevolmente, ma non per caso, a prolungare, rispettivamente, queste figure femminili, unite, a due a due, da un'insana, quanto radicata, modalità di relazione...
Nemiche prima ancora di essere sorelle... rivali prima ancora di essere compici...
Quando io dicevo "bianco", mia sorella ribatteva immediatamente "nero".. e, viceversa, se provavo a dire "nero", lei ribadiva subito "bianco"...
Conoscevamo a memoria il testo del copione senza averlo mai studiato...
Mia madre assisteva alla scena ripetendo: "Voi due non vi siete mai sopportate!"
Lei stessa era all'origine di tale copione... lei stessa aveva "passato il testimone"... e non riusciva a trovare la "ricetta" per consentire alle sue figlie di vivere un rapporto migliore di quello che, a suo tempo, aveva sperimentato con sua madre...
La mamma, di solito, dovrebbe rappresentare l'affetto, il calore, la protezione, il rifugio, il "porsi in relazione"...
Dovrebbe simboleggiare il "sentire" prima ancora del "fare"...
Il "fare" dovrebbe appartenere alla sfera paterna...
Mia madre ha rappresentato prima di tutto il "fare", il "governare", l'"agire", l'"ottenere" mediante il dominio, l'ingerenza, l'autorità punitiva...
E' stata padre e madre insieme... anzi, forse, è stata padre prima ancora che madre...
Un po' come tutte le madri del mondo, compresa la "grande madre terra", mia mamma, da un lato ha dato la vita a me e ai miei fratelli, ci ha nutrito, ci ha accudito, è stata la nostra insegnante..... mentre, dall'altro lato, ci ha "divorato", "soffocato", si è posta "ostacolo" alla nostra libertà, alla nostra autonomia, alla nostra indipendenza... è stata troppo severa, troppo protettiva, troppo possessiva, troppo "padrona"...
"UN TENERO ABBRACCIO" - 1887 EMILE MUNIER |
Sigmund Freud diceva che solo i figli che sanno di essere stati amati e stimati dai loro genitori, nella vita reale, riusciranno, poi, a manifestare quella speciale forza d'animo, quella particolare sicurezza in se stessi, quell'imperturbabile ottimismo... in grado di farli divenire degli "eroi" e di portarli al successo...
Viceversa, i bambini che non hanno ricevuto, per tempo, la stima e l'affetto dei propri genitori, una volta divenuti adulti, non avranno fiducia in se stessi... vivranno turbati dal dubbio e dall'incertezza... nutriranno un costante timore di fallire che li renderà deboli... non si sentiranno mai pronti davanti agli ostacoli, mai all'altezza della situazione... e rimanderanno sempre le decisioni ad un futuro migliore, nel quale saranno diventati veramente bravi...
"SCUSA... MAMMA!" 1888 EMILE MUNIER |
Anch'io, purtroppo, come questi ultimi bambini, non ho avuto la fortuna di sperimentare, durante l'infanzia, un rapporto equilibrato con i miei genitori..... né con mio padre, né con mia madre... il primo troppo distante, la seconda troppo invadente... anche se, entrambi, eccezionali, non comuni, unici e speciali, ricchi in talento, in doti, in virtù...
I pregi di mia madre?
Il coraggio, la speranza, la volontà, l'entusiasmo, la fecondità, l'energia, la combattività... la capacità di resistere con forza a qualsiasi contrarietà... il desiderio di vita, nonostante tutto...
La fortuna di mia madre?
Aver avuto, da sempre, l'affetto e la stima di suo padre e della sorella maggiore di suo padre... un grande, infinito, caloroso, amorevole affetto... una stima totale, profonda, sentita, vera...
Impavida e fiera, con la grinta del guerriero, mia mamma, con tale forza alle spalle, non si è mai tirata indietro, non si è mai data per vinta...
E' stata tutto per me!
Mi ha dedicato la sua vita!
Non ho avuto altro che lei!
La sua forte, telepatica presenza, ingombrante e speciale insieme, mi accompagna ancora... dovunque io vada...
Il suo più grande sbaglio?
Avermi tenuta tutta per sé...
Avermi chiuso l'accesso emotivo all'oggetto dei miei desideri, all'uomo della mia vita, alla figura genitoriale di sesso opposto al mio...( tanto che ancor'oggi, a volte, mi sento orfana nella parte sessuata del mio essere...).
Avermi impedito di "prendere" da mio padre e dalla sua famiglia di origine : dalle mie tre zie, dalla nonna, dal nonno... dalla prozia... (immenso patrimonio che, nonostante la mia buona volontà, non ho mai potuto del tutto recuperare...).
Avermi "costretto" a rinnegare, screditandolo, il cinquanta per cento del mio DNA.....
"BIONDINA" - dettaglio - 1879 SIR FREDERIC LEIGHTON (1830 - 1896) |
Per amore di mia madre, io, primogenita e, quindi, legata inscindibilmente al padre, ho dovuto tenere nascosta quella parte di me che mi derivava dalla figura maschile di discendenza...
Per farmi accettare da lei, ho dovuto tener occultata la mia parte maggioritaria...
Per poter vivere con lei, ho dovuto allontanare da me la mia metà destra...
Nella cripta sotterranea del mio essere, dove la si può, ancor oggi visitare, non è da sola...
Le fa da compagna una profonda, invalidante, radicata nostalgia per quello stesso genitore di appartenenza che le è stato sottratto...
Al loro fianco... un'indicibile pena... un patimento insostenibile... un'afflizione paragonabile solo a quella che si può provare alla perdita di una persona cara... alla scomparsa della persona del cuore...
Questa insolita dinamica di coppia, venutasi a creare fra mia madre e mio padre fin dagli albori del loro amore, dinamica che, forse, voleva richiamare l'attenzione sulle perdite e sulle esclusioni avvenute nell'ascendenza dei loro due sistemi familiari, rispettivamente nel ramo materno ed in quello paterno, per giunta, in collegamento fra di loro..... come si può immaginare, mi ha portato, una volta divenuta donna, a sviluppare un comportamento "inadeguato" con gli uomini, comportamento che si è, in parte, risolto proprio con la presa di coscienza del fatto...
"BIONDINA" - 1879 SIR FREDERIC LEIGHTON |
Ma non è tutto...
Mia madre, forse inconsapevolmente, ma, di certo, non per caso, senza riuscire a fare diversamente, ha ripetuto, con me ed, in parte, anche con mia sorella, esattamente come si ripete da un copione, la relazione conflittuale che lei stessa aveva vissuto, da bambina, con sua madre e che sua madre aveva, in precedenza, sperimentato con chi, a sua volta, l'aveva messa al mondo, cioè con la nonna della mia mamma, vale a dire con la mia bisnonna, donna potente, energica e volitiva che, per un soffio, non sono riuscita a conoscere di persona...
Tre figure femminili, la mia bisnonna, la mia nonna e la mia mamma e chissà quante altre prima di loro, "irretite", una di fila all'altra, come anelli in una catena di generazioni, nel ruolo di "nemiche" prima ancora di essere madre e figlia... senza riuscire a trovare via di uscita per evadere da questa prigionia...
Durante l'infanzia, l'adolescenza, la giovinezza.. non ho mai avuto l'occasione di poter assaporare il piacere dell'approvazione materna...
Quando io dicevo "bianco", mia madre ribatteva immediatamente "nero".. e, viceversa, se provavo a dire "nero", lei ribadiva subito "bianco"..
Il mio punto di vista veniva contestato in partenza, a prescindere dal contenuto...
A volte la cosa prendeva dimensioni spropositate, lasciandomi in uno stato di profondo sgomento, assorbita da una spiacevolissima sensazione nella quale un'infinita tristezza si mescolava ad un'intensa collera...
Naturalmente, come era già successo tra la mia nonna materna e la sua sorella minore, mia prozia... io e mia sorella abbiamo ripreso, tale e quale, senza poter fare diversamente, la relazione conflittuale che era esistita tra la mamma e la nonna... e, prima ancora, tra la nonna e la bisnonna..... entrambe assegnatarie, noi due figlie ancora piccole, di contratti individuali che ci hanno portato, inconsapevolmente, ma non per caso, a prolungare, rispettivamente, queste figure femminili, unite, a due a due, da un'insana, quanto radicata, modalità di relazione...
Nemiche prima ancora di essere sorelle... rivali prima ancora di essere compici...
Quando io dicevo "bianco", mia sorella ribatteva immediatamente "nero".. e, viceversa, se provavo a dire "nero", lei ribadiva subito "bianco"...
Conoscevamo a memoria il testo del copione senza averlo mai studiato...
Mia madre assisteva alla scena ripetendo: "Voi due non vi siete mai sopportate!"
Lei stessa era all'origine di tale copione... lei stessa aveva "passato il testimone"... e non riusciva a trovare la "ricetta" per consentire alle sue figlie di vivere un rapporto migliore di quello che, a suo tempo, aveva sperimentato con sua madre...
"UN PESO GRADEVOLE" - 1895 WILLIAM ADOLPHE BOUGUEREAU (1825 - 1905) |
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