SEDICESIMO SCRITTO SUL TEMA
MI VENGONO INCONTRO DAL PASSATO.. TENDENDOMI LA MANO..
L'INCONSCIO FAMILIARE... UN MONDO INVISIBILE E SCONOSCIUTO CHE TUTTAVIA LA NOSTRA ANIMA CONOSCE FIN NEI MINIMI DETTAGLI...
Esiste un inconscio comune a tutta la nostra famiglia di appartenenza con il quale ognuno di noi, il più delle volte senza rendersene conto, è in continuo contatto e che, durante il sonno, può manifestarsi in modo evidente nei sogni, condivisi, in alcuni casi del tutto particolari, da più familiari contemporaneamente, anche se geograficamente molto lontani fra di loro...
Penso che questo possa già bastare a spiegare, per fare un esempio conosciuto, il fatto che si è verificato e che si sta ancora riproponendo ai discendenti dei morti dell'Andrea Doria, nave da crociera che, agli inizi degli Anni Cinquanta del Novecento, quando io sono nata, era considerata la più bella e la più lussuosa imbarcazione del mondo, degna erede dei transatlantici degli Anni Trenta e punto di orgoglio del nostro Paese che voleva, a tutti i costi, ricostruire il proprio prestigio dopo la Seconda Guerra Mondiale...
Il 25 di luglio del 1956, nel mezzo della notte, mentre l'Andrea Doria naufragava al largo delle coste del Massachusetts, molti parenti delle vittime, a Roma e nei dintorni, fecero un sogno nel quale vedevano i loro cari urlare ed invocare aiuto in balia delle onde dell'oceano Atlantico...
Esistono testimonianze secondo le quali, anche a distanza di parecchi anni dal fatto ed in modo più frequente nella stagione estiva, periodo del triste anniversario, durante la notte quel sogno si ripropose, praticamente identico, nei figli, nei nipoti e persino nei pronipoti delle vittime, alcuni dei quali non sapevano assolutamente nulla della tragedia alla quale, in tempi ormai trascorsi, erano andati incontro i loro avi...
Le sfortunate persone che, partite per una vacanza di piacere, hanno, invece, perso la vita nella sciagura dell'Andrea Doria, evidentemente, hanno lasciato "in eredità", ai loro consanguinei, tracce indelebili degli ultimi tragici istanti della loro esistenza... di quegli istanti terribili che hanno preceduto, di poco, il momento del loro decesso... istanti trascorsi nella disperata ricerca di una salvezza che, invece, non voleva arrivare... nel lacerante grido di aiuto di chi non vuole morire... grido che è riecheggiato fino al di là dell'oceano, a Roma, coprendo enormi distanze..... rimbombando e rimbalzando, poi, di generazione in generazione, nella "coscienza" del gruppo familiare di sua appartenenza, ben impresso nel DNA della stirpe, deciso a non farsi dimenticare....
Un poco come è successo con la catastrofe del diluvio universale, il cui ricordo è ancora presente e vivo in tutti quanti noi... memoria lontanissima e sommersa, condivisa da tutte le popolazioni del pianeta... eco che l'inconscio collettivo ancestrale, quello comune a tutta quanta l'umanità, ci ha lasciato in successione... e che, spesso, compare nei sogni di persone fra loro lontanissime, che hanno conservato la memoria di queste terrificanti alluvioni da epoche indubbiamente precristiane... un poco come si conserva il ricordo di una vecchia calamità di famiglia, tramandata fino a noi, di generazione in generazione, dagli antenati di un tempo nel quale il riecheggiare angosciante del fatto era realtà ancora vivissima...
L'inconscio familiare è, in un certo qual modo, un grande essere vivente... un essere completo in sé e per sé, autoregolato da leggi proprie che gli permettono un continuo rinnovamento...
La sua memoria è un serbatoio immenso... pressoché inconcepibile... una enorme "banca dati" che comprende tutto il passato del nostro sistema familiare, fin dall'alba antica delle sue origini... una sorta di "piastra di registrazione" sulla quale sono stati iscritti gli eventi che sono accaduti a tutti quanti i membri della nostra ascendenza, nessuno escluso... nastro di un film sul quale sono riportate, in modo preciso e minuzioso, le memorie di tutti i familiari che ci hanno preceduto... gigantesca videocassetta... enorme biblioteca... infinito archivio di famiglia con migliaia e migliaia di stanze... memoria globale, assoluta... fedele "campo di risonanza" che contiene in sé un'infinità inconcepibile di ricordi personali su tutto ciò che, in passato, abbiamo vissuto... anche quando avevamo altri nomi di battesimo...
Non è facile aver accesso a questo elemento sottile... a questa "grande anima" di famiglia... e, qualora lo si riesca a fare, bisogna ricordarsi di vivere questa realtà come fosse una "missione speciale", un "compito sacro" al quale ci si può avvicinare e dedicare solo con infinito rispetto e sentita gratitudine... inchinandoci sempre davanti a tutto ciò che si ostina a rimanere segreto, che non vuole venire alla luce...
Contattare questa nostra preesistenza nei panni di chi ci ha preceduto nel tempo, non è come entrare in una biblioteca qualsiasi...
Questo favoloso tesoro rimane, per la maggior parte delle persone, una realtà sempre un po' avvolta nel mistero... Molti, tra di noi, non ne hanno neppure coscienza... Eppure ci appartiene, è nostro, interagisce continuamente con noi tutti, anche con chi si rifiuta di vederlo... ed il suo ruolo è essenziale...
I "sensitivi", quelli autentici, quelli seri, quelli che sanno "servire" se stessi e gli altri con rispetto e senza egoismo alcuno, attingono, nella maggior parte dei casi, proprio a questa memoria, fantastico "pozzo di San Patrizio" che risponde ad una logica alla quale la nostra intelligenza non ha ancora del tutto aderito... inesauribile fonte di conoscenza che, ad un livello ufficiale, non è neppure riconosciuta dalla scienza...
I mistici di tutti i tempi ci hanno insegnato che il concetto di "passato" è del tutto illusorio...
Un fatto successo molti anni fa ad un membro della nostra famiglia di origine, può essere presente ancor'oggi nella nostra vita quotidiana, vivo e partecipe come allora...
Anche gli scienziati, naturalmente, si sono sempre interrogati e si interrogano tutt'oggi su questa "simultaneità"... su questo "eterno presente"... troppo difficile da capire, forse, ma che, a noi tutti, in particolari momenti della vita, è sembrato, per lo meno, di percepire...
Penso che questo possa già bastare a spiegare, per fare un esempio conosciuto, il fatto che si è verificato e che si sta ancora riproponendo ai discendenti dei morti dell'Andrea Doria, nave da crociera che, agli inizi degli Anni Cinquanta del Novecento, quando io sono nata, era considerata la più bella e la più lussuosa imbarcazione del mondo, degna erede dei transatlantici degli Anni Trenta e punto di orgoglio del nostro Paese che voleva, a tutti i costi, ricostruire il proprio prestigio dopo la Seconda Guerra Mondiale...
Il 25 di luglio del 1956, nel mezzo della notte, mentre l'Andrea Doria naufragava al largo delle coste del Massachusetts, molti parenti delle vittime, a Roma e nei dintorni, fecero un sogno nel quale vedevano i loro cari urlare ed invocare aiuto in balia delle onde dell'oceano Atlantico...
Esistono testimonianze secondo le quali, anche a distanza di parecchi anni dal fatto ed in modo più frequente nella stagione estiva, periodo del triste anniversario, durante la notte quel sogno si ripropose, praticamente identico, nei figli, nei nipoti e persino nei pronipoti delle vittime, alcuni dei quali non sapevano assolutamente nulla della tragedia alla quale, in tempi ormai trascorsi, erano andati incontro i loro avi...
Le sfortunate persone che, partite per una vacanza di piacere, hanno, invece, perso la vita nella sciagura dell'Andrea Doria, evidentemente, hanno lasciato "in eredità", ai loro consanguinei, tracce indelebili degli ultimi tragici istanti della loro esistenza... di quegli istanti terribili che hanno preceduto, di poco, il momento del loro decesso... istanti trascorsi nella disperata ricerca di una salvezza che, invece, non voleva arrivare... nel lacerante grido di aiuto di chi non vuole morire... grido che è riecheggiato fino al di là dell'oceano, a Roma, coprendo enormi distanze..... rimbombando e rimbalzando, poi, di generazione in generazione, nella "coscienza" del gruppo familiare di sua appartenenza, ben impresso nel DNA della stirpe, deciso a non farsi dimenticare....
"SULLA SPIAGGIA" CHARLES GARABED ATAMIAN (ISTAMBUL - IMPERO OTTOMANO 1872 - PARIGI - FRANCIA 1947) |
Un poco come è successo con la catastrofe del diluvio universale, il cui ricordo è ancora presente e vivo in tutti quanti noi... memoria lontanissima e sommersa, condivisa da tutte le popolazioni del pianeta... eco che l'inconscio collettivo ancestrale, quello comune a tutta quanta l'umanità, ci ha lasciato in successione... e che, spesso, compare nei sogni di persone fra loro lontanissime, che hanno conservato la memoria di queste terrificanti alluvioni da epoche indubbiamente precristiane... un poco come si conserva il ricordo di una vecchia calamità di famiglia, tramandata fino a noi, di generazione in generazione, dagli antenati di un tempo nel quale il riecheggiare angosciante del fatto era realtà ancora vivissima...
La sua memoria è un serbatoio immenso... pressoché inconcepibile... una enorme "banca dati" che comprende tutto il passato del nostro sistema familiare, fin dall'alba antica delle sue origini... una sorta di "piastra di registrazione" sulla quale sono stati iscritti gli eventi che sono accaduti a tutti quanti i membri della nostra ascendenza, nessuno escluso... nastro di un film sul quale sono riportate, in modo preciso e minuzioso, le memorie di tutti i familiari che ci hanno preceduto... gigantesca videocassetta... enorme biblioteca... infinito archivio di famiglia con migliaia e migliaia di stanze... memoria globale, assoluta... fedele "campo di risonanza" che contiene in sé un'infinità inconcepibile di ricordi personali su tutto ciò che, in passato, abbiamo vissuto... anche quando avevamo altri nomi di battesimo...
Non è facile aver accesso a questo elemento sottile... a questa "grande anima" di famiglia... e, qualora lo si riesca a fare, bisogna ricordarsi di vivere questa realtà come fosse una "missione speciale", un "compito sacro" al quale ci si può avvicinare e dedicare solo con infinito rispetto e sentita gratitudine... inchinandoci sempre davanti a tutto ciò che si ostina a rimanere segreto, che non vuole venire alla luce...
Contattare questa nostra preesistenza nei panni di chi ci ha preceduto nel tempo, non è come entrare in una biblioteca qualsiasi...
Questo favoloso tesoro rimane, per la maggior parte delle persone, una realtà sempre un po' avvolta nel mistero... Molti, tra di noi, non ne hanno neppure coscienza... Eppure ci appartiene, è nostro, interagisce continuamente con noi tutti, anche con chi si rifiuta di vederlo... ed il suo ruolo è essenziale...
I "sensitivi", quelli autentici, quelli seri, quelli che sanno "servire" se stessi e gli altri con rispetto e senza egoismo alcuno, attingono, nella maggior parte dei casi, proprio a questa memoria, fantastico "pozzo di San Patrizio" che risponde ad una logica alla quale la nostra intelligenza non ha ancora del tutto aderito... inesauribile fonte di conoscenza che, ad un livello ufficiale, non è neppure riconosciuta dalla scienza...
I mistici di tutti i tempi ci hanno insegnato che il concetto di "passato" è del tutto illusorio...
Un fatto successo molti anni fa ad un membro della nostra famiglia di origine, può essere presente ancor'oggi nella nostra vita quotidiana, vivo e partecipe come allora...
Anche gli scienziati, naturalmente, si sono sempre interrogati e si interrogano tutt'oggi su questa "simultaneità"... su questo "eterno presente"... troppo difficile da capire, forse, ma che, a noi tutti, in particolari momenti della vita, è sembrato, per lo meno, di percepire...
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