TERZO SCRITTO SUL TEMA
NUMEROLOGIA... UN VIAGGIO ALL'INTERNO DI NOI STESSI...
NEI DATI ANAGRAFICI SONO NASCOSTI I NOSTRI TALENTI... LA NOSTRA PERSONALITA'... LO SCOPO DELLA NOSTRA VITA...
"DEJA' VU"... VIVO BARLUME DI COSE GIA' VISSUTE CHE RIEMERGONO DALLA NOSTRA MENTE SUBCONSCIA... NELLA QUALE CONSERVIAMO TUTTI I RICORDI... COMPRESI QUELLI DELLE NOSTRE VITE PREGRESSE... FATTORI CAUSALI DEL NOSTRO "ESSERE"...
"LA VITA E' QUALCOSA DI PIU' DI QUELLO CHE APPARE..."
"SAPERE CHE LA NOSTRA ANIMA E' IMMORTALE... CHE NOI SIAMO ESSERI ETERNI... CI FA PERDERE LA PAURA DELLA MORTE... E CI AIUTA A SOPPORTARE MEGLIO IL DOLORE..." dice BRIAN WEISS, psicoterapeuta spirituale, promotore dell'ipnosi regressiva...
"LA VITA E' QUALCOSA DI PIU' DI QUELLO CHE APPARE..."
"SAPERE CHE LA NOSTRA ANIMA E' IMMORTALE... CHE NOI SIAMO ESSERI ETERNI... CI FA PERDERE LA PAURA DELLA MORTE... E CI AIUTA A SOPPORTARE MEGLIO IL DOLORE..." dice BRIAN WEISS, psicoterapeuta spirituale, promotore dell'ipnosi regressiva...
STRALCIO COLLEGATO AI DUE TESTI PRECEDENTI E AI DIECI SUCCESSIVI...
"FRATELLO E SORELLA BRETONI" - 1871 - DETTAGLIO WILLIAM ADOLPHE BOUGUEREAU |
Continuo il mio viaggio dentro al libro di numerologia e mi stupisco nel veder quel che riaffiora...
Nascondo stati d'animo sofferti e un'estrema sensibilità mi porta a stare male per un nonnulla... Nel rapporto con gli altri sono così suscettibile che è sufficiente una parola stonata, inopportuna, mal detta, fuori posto... per farmi raggelare...
Pervasa da un sottile misticismo e da una naturale tendenza all'ordine e al rituale quotidiano, tendo a riporre gli oggetti sempre allo stesso modo e, per alcuni mesi, durante il corso dell'anno, accendo, tutti i giorni, una piccola candela, gesto cerimoniale che mi aiuta ad entrare in sintonia con l'inconscio collettivo, con la coscienza universale... nel tentativo di lenire la tristezza del mondo intero che sento dentro di me...
Non sopporto la volgarità e non mi piace l'atteggiamento gregario che, spesso, caratterizza le masse...
Nelle relazioni umane e, soprattutto negli affetti, mi mostro sempre cauta e selettiva...
A volte ho la sensazione di aver fatto parte, in una mia vita pregressa, di una qualche casta, ordine, confraternita, società segreta... di un gruppo eretico religioso o intellettuale, di un piccolo sistema chiuso, non so se evoluto, elevato, privilegiato o, semplicemente, "diverso"... che, ad ogni modo, coltivava ideali nobili e profondi... dove regnavano l'ordine, la riservatezza, la qualità, la ricerca della perfezione... dove la mente aveva la meglio sul corpo...
Nel tentativo di sottrarmi alla brutalità del mondo, non ho esitato, anche in questa incarnazione, a staccarmi dalle emozioni, a rinunciare ai sentimenti... fino a mostrarmi, talvolta, come io non sono, cioè fredda, schiva, distante, impersonale, distaccata, aristocratica... Richiamavo, forse, un qualcosa che era già stato?
Nel corso della mia vita, il destino mi ha portato per ben due volte a visitare le isole di Capri e di Ischia, nel golfo di Napoli...
Mi incantavo nel blu di quel mare, dove lo sguardo, in cerca delle isole di Gaeta o di Ventotene, spaziava fino a perdersi nell'infinito...
Ad Ischia, ho visitato il Castello Aragonese, una rocca costruita, nel lontano Quattrocento avanti Cristo, sulla cima di uno scoglio, in un isolotto di origine vulcanica...
Racchiusi fra le possenti mura di questa fortificazione, ruderi, percorsi, gallerie, terrazze, campane, eremi, rifugi segreti, sotterranei, magazzini colmi di munizioni, cattedrali, chiese, monasteri, cripte... in un intreccio infinito di epoche passate, di sacralità, di leggenda, di mito, di mistero... tra violente incursioni di pirati, invasioni, battaglie navali, epidemie di peste, carestie, tragiche vicende di reali aragonesi accomunati da infelice destino, congiure franco-spagnole, tradimenti... energiche ed influenti figure femminili, artisti, umanisti, letterati, poeti, vescovi, re...
Lo sforzo che ho dovuto sostenere per raggiungere il Castello, è stato ampiamente ripagato...
Davanti ai miei occhi increduli, il "Convento delle Clarisse", con i ruderi dell'orto e il cimitero sotterraneo dell'abbazia, aveva "un non so che" di familiare...
Intitolato a "Santa Maria della Consolazione" e fondato, nel Millecinquecentosettantacinque, nel Palazzo d'Avalos, dalla nobildonna Beatrice della Quadra, vedova di Muzio d'Avalos, per ospitare quaranta giovani monache di clausura, appartenenti all'ordine delle Clarisse, che vivevano, in condizioni impossibili, nell'eremo di San Nicola, scavato nel tufo verde, sulla cima del monte Epomeo, il Convento aveva un suo Cimitero, situato al di sotto della Chiesa e aperto al vento del mare... dove le novizie, fanciulle di alto lignaggio destinate a prendere il velo per non disperdere il patrimonio familiare, andavano a pregare e a meditare sulla morte, in presenza dei corpi senza vita delle monache, assisi a decomporre su singolari seggioloni, in pietra forata, detti scolatoi, simili a troni...
All'interno dell'orto, c'era ancora una bella pianta, forse un fico, rami contorti e foglie larghe e ruvide...
Ricordavo il cimitero, l'orto e la vista spettacolare sul mare aperto...
Come era possibile tutto ciò?
Io non ero mai stata ad Ischia prima di allora...
Sotto lo sguardo stupito dell'amica che condivideva con me quella vacanza estiva, non riuscivo a staccarmi da quel luogo, indugiavo, tornavo sui miei passi e scrutavo il mare...
Nelle relazioni umane e, soprattutto negli affetti, mi mostro sempre cauta e selettiva...
A volte ho la sensazione di aver fatto parte, in una mia vita pregressa, di una qualche casta, ordine, confraternita, società segreta... di un gruppo eretico religioso o intellettuale, di un piccolo sistema chiuso, non so se evoluto, elevato, privilegiato o, semplicemente, "diverso"... che, ad ogni modo, coltivava ideali nobili e profondi... dove regnavano l'ordine, la riservatezza, la qualità, la ricerca della perfezione... dove la mente aveva la meglio sul corpo...
Nel tentativo di sottrarmi alla brutalità del mondo, non ho esitato, anche in questa incarnazione, a staccarmi dalle emozioni, a rinunciare ai sentimenti... fino a mostrarmi, talvolta, come io non sono, cioè fredda, schiva, distante, impersonale, distaccata, aristocratica... Richiamavo, forse, un qualcosa che era già stato?
Nel corso della mia vita, il destino mi ha portato per ben due volte a visitare le isole di Capri e di Ischia, nel golfo di Napoli...
Mi incantavo nel blu di quel mare, dove lo sguardo, in cerca delle isole di Gaeta o di Ventotene, spaziava fino a perdersi nell'infinito...
Ad Ischia, ho visitato il Castello Aragonese, una rocca costruita, nel lontano Quattrocento avanti Cristo, sulla cima di uno scoglio, in un isolotto di origine vulcanica...
Racchiusi fra le possenti mura di questa fortificazione, ruderi, percorsi, gallerie, terrazze, campane, eremi, rifugi segreti, sotterranei, magazzini colmi di munizioni, cattedrali, chiese, monasteri, cripte... in un intreccio infinito di epoche passate, di sacralità, di leggenda, di mito, di mistero... tra violente incursioni di pirati, invasioni, battaglie navali, epidemie di peste, carestie, tragiche vicende di reali aragonesi accomunati da infelice destino, congiure franco-spagnole, tradimenti... energiche ed influenti figure femminili, artisti, umanisti, letterati, poeti, vescovi, re...
Lo sforzo che ho dovuto sostenere per raggiungere il Castello, è stato ampiamente ripagato...
Davanti ai miei occhi increduli, il "Convento delle Clarisse", con i ruderi dell'orto e il cimitero sotterraneo dell'abbazia, aveva "un non so che" di familiare...
Intitolato a "Santa Maria della Consolazione" e fondato, nel Millecinquecentosettantacinque, nel Palazzo d'Avalos, dalla nobildonna Beatrice della Quadra, vedova di Muzio d'Avalos, per ospitare quaranta giovani monache di clausura, appartenenti all'ordine delle Clarisse, che vivevano, in condizioni impossibili, nell'eremo di San Nicola, scavato nel tufo verde, sulla cima del monte Epomeo, il Convento aveva un suo Cimitero, situato al di sotto della Chiesa e aperto al vento del mare... dove le novizie, fanciulle di alto lignaggio destinate a prendere il velo per non disperdere il patrimonio familiare, andavano a pregare e a meditare sulla morte, in presenza dei corpi senza vita delle monache, assisi a decomporre su singolari seggioloni, in pietra forata, detti scolatoi, simili a troni...
All'interno dell'orto, c'era ancora una bella pianta, forse un fico, rami contorti e foglie larghe e ruvide...
Ricordavo il cimitero, l'orto e la vista spettacolare sul mare aperto...
Come era possibile tutto ciò?
Io non ero mai stata ad Ischia prima di allora...
Sotto lo sguardo stupito dell'amica che condivideva con me quella vacanza estiva, non riuscivo a staccarmi da quel luogo, indugiavo, tornavo sui miei passi e scrutavo il mare...