domenica 14 giugno 2015

IL SALICE PIANGENTE... ALBERO DELLA MIA MALINCONIA


SETTIMO SCRITTO SUL TEMA

ALBERI... TRAMITE FRA IL MONDO TERRENO ED IL MONDO DIVINO


UNA GENEROSA CREATURA LUNARE LEGATA ALL'UNIVERSO FEMMINILE


Ogni individuo ha uno o più alberi che ne rappresentano il carattere...
Secondo la cultura astronomica degli antichi Celti.. io sono rappresentata dall'albero di lime.. "il dubbio"... a cavallo tra il salice piangente.. "la malinconia"... e l'olivo.. "la saggezza"...
A ben guardare.. sono.. tutti e tre.. perfetti per me...
Io.. però.. tra tutti.. mi sento più vicina al salice piangente...
Questo generoso albero lunare.. sembra riflettere.. meglio degli altri alberi.. la mia emotività... il mio umore...
Sono nata.. in effetti.. praticamente sul confine tra salice e lime...
Solo se fossi nata tre giorni prima.. il mio albero sarebbe stato il salice piangente.. e non il lime...
Il "salix babylonica" o "salix tristis".. questo il suo nome scientifico.. ha sempre avuto un posto di prestigio tra le piante che hanno accompagnato l'uomo nella storia...
Nell'antico Egitto.. il salice.. in particolar modo quello bianco.. era simbolo di castità.. ed era dedicato ad Iside.. "sorella".. e "sposa"... ma anche "giustiziere"...
In Grecia.. il salice piangente era votato ad Ecate.. divinità lunare.. dea dei sortilegi... guida dei morti...
E lo stesso salice piangente.. nella mitologia romana.. era dedicato a Giunone.. somma dea protettrice dell'universo femminile... dalla verginità... fino alla fecondità matrimoniale...
Le foglie e la corteccia del salice sono menzionati nei testi medici degli antichi egizi... La salicina.. metabolizzata dal corpo umano come acido salicilico.. permetteva di far fronte a febbri.. dolori.. infiammazioni...
Il grande omeopata inglese Edward Bach.. all'inizio del Novecento.. utilizzava le infiorescenze del salice per ridare ottimismo e gioia di vivere alle persone che si sentivano amareggiate.. tristi.. sole.. impotenti.. vittime... esuli... 
Ricordo ancora il mio stupore quando.. una decina di anni fa.. o forse più.. leggendo una scheda relativa alle infiorescenze del salice.. fiori ai quali ero pervenuta dopo un meticoloso test su me stessa... riconobbi immediatamente il fratello di mia madre.. l'unico mio zio... "tutto solo.. come un cane sotto la pioggia..." Assomigliavo.. dunque.. così tanto a lui? 
Non l'avevo mai notato.. o.. forse.. non avevo mai voluto notarlo.....
L'eccessiva sensibilità... la forte empatia... la sensitività... la sofferenza... la malinconia... la solitudine... fanno.. in effetti.. parte della mia indole... come ne fanno parte l'onestà... la lealtà... l'amore per la giustizia..... Sono complessa ed esigente... ma anche capace di sacrificarmi in nome dell'amicizia...
Come il salice piangente adoro l'acqua.. lo spazio.. e la profondità...
Come si può vedere dalle fotografie che allego.. ho passato gran parte della mia infanzia all'ombra dei teneri salici piangenti che crescevano lungo le bianche spiaggette.. davanti al suolo natale dell'antica limonaia di capo Reamòl.. sulla costa occidentale del lago di Garda..... Il nonno li piantava perché legassero e reggessero il terreno lungo le sponde del lago..... Io li ricordo con affetto e devozione mentre affondavano le loro lunghe braccia pendule nelle acque... annunciandomi pene d'amore... "bocconi di cibo sottratto"... ferite da attaccamento..... tristezza... dolore... solitudine... "esilio"..... nostalgia di "antiche patrie perdute".....
"Sui fiumi di Babilonia.. là sedevamo piangendo.. al ricordo di Sìon... Ai salici di quelle terre.. appendemmo le nostre cetre..." recita il Salmo 136 (137) della Bibbia... nel quale si parla della sofferenza degli ebrei durante la cattività babilonese...
E ancora...
"Arpa d'or dei fatidici vati... perché muta dal salice pendi...?" canta il coro del "Va' pensiero sull'ali dorate..." nel Nabucco di Verdi... dove i salici piangenti sono le piante alle quali vengono appese le cetre mute dei poeti...
E... più vicino a noi...
"E come potevamo noi cantare... con il piede straniero sopra il cuore... Alle fronde dei salici.. per voto.. anche le nostre cetre erano appese..... oscillavano lievi al triste vento....." declama la lirica di Salvatore Quasimodo..... scritta sul finire dell'inverno del 1944... nel periodo più crudele della nostra storia..... dove la creatività del poeta è bloccata dall'orrore dell'occupazione nazista... non.. dalla mancanza di ispirazione...
LIMONE SUL GARDA - 1953
LIMONE SUL GARDA - 1953

Nessun commento:

Posta un commento