QUARTO SCRITTO SUL TEMA
L'ARTE... UNA MINIERA PER LO SPIRITO
NELLA PITTURA, NELLA SCULTURA, NELL'ARCHITETTURA, NELL'OREFICERIA E NELLA CERAMICA... C'E' IL RESPIRO DELL'ETERNITA'...
IL TEMPO CONVENZIONALE SI DISSOLVE E LASCIA IL POSTO AD UN TEMPO "ALTRO", FUORI DALLA TRIADE DI PASSATO, DI PRESENTE E DI FUTURO, UN TEMPO SENZA INIZIO E SENZA FINE, DILATATO, IMMOBILE, MISTICO, ESTATICO, IMPERITURO, SUPERIORE AL VARIARE DELLE MODE E DEGLI EVENTI, UN TEMPO CHE TRAVALICA OGNI CONFINE, OLTREPASSANDO I LIMITI DEI SECOLI NEI QUALI LA MENTE DELL'UOMO VORREBBE RINCHIUDERLO...
"... Ciò che già è stato, è...
Ciò che sarà, già fu..."
predicava l'oratore Qohelet l'Ecclesiaste...
Quarto Libro Didattico del Vecchio Testamento (3,15)
Ciò che sarà, già fu..."
predicava l'oratore Qohelet l'Ecclesiaste...
Quarto Libro Didattico del Vecchio Testamento (3,15)
"FAMIGLIA DI ACROBATI CON SCIMMIA" - 1905 "Periodo Rosa" PABLO RUIZ Y PICASSO MALAGA - SPAGNA, 25 OTTOBRE 1881 MOUGINS - ALPI MARITTIME - FRANCIA, 8 APRILE 1973 |
Il tempo non è, come spesso ci hanno insegnato, un movimento lineare, una freccia che, dal passato, corre lanciata verso il futuro, ma è, piuttosto, un eterno presente, un moto circolare nel quale inizio e fine coincidono.
La pittura, la scultura, l'architettura, l'oreficeria e la ceramica, analogamente alla poesia, alla narrazione ed alla musica, rappresentano spesso molto bene questa dimensione "altra" del tempo, dimensione assoluta, eterna, infinita, che si perpetua, immutabile, fuori dai confini nei quali l'uomo vorrebbe comprimerla...
Giardini, case, utensili, indumenti, oggetti antichi fatti riaffiorare dal passato, dipinti o descritti, non sono solo il simbolo del profondo legame che l'uomo ha nei confronti della sua tradizione, ma rivelano, molto spesso, anche il desiderio del pittore, dello scultore o del poeta di immergere le cose in un tempo il cui corso è stato volutamente interrotto, un tempo immobile, fermo, sospeso, eterno...
Sono incursioni nel passato che intendono personificare il sovrapporsi e l'arrestarsi della sequenza dei secoli.
Nostra madre che ci allatta non è forse uguale, nel gesto antico, a sua madre, alle sue nonne, alle sue bisnonne e a tutte le trisavole che, nel tempo, l'hanno preceduta in quello stesso amorevole gesto?
I momenti di gioia, gli attimi di felicità, le lunghe ore del dolore, i tempi incerti del trapasso dai natii luoghi terreni a quelli, sconosciuti, dello spirito, non sono forse uguali oggi come quattrocento anni fa?
La trepidante agitazione dell'animo che proviamo di fronte ad una persona a noi cara, non è lo stesso ancestrale, affannoso tormento di chi si accendeva di desiderio mille anni fa?
E il dolore di una madre che perde un figlio è forse meno straziante oggi di ieri?
Tutto è antico ed infinito...
Non esiste alcuna nuova conoscenza...
Non è un progresso andare verso il domani...
Le divinità dell'antico Egitto, gli dei e le dee della mitologia greca, i messaggeri, le sibille, le muse, le ninfe e le maghe, le maschere del teatro e tutti i travestimenti, i personaggi del racconto biblico della creazione, le schiere e le gerarchie delle creature celesti, i santi che lottano contro le forze tenebrose dell'inconscio (temibili draghi), gli eroi di Omero, i cavalieri alla ricerca del "Santo Graal", i tiranni e i re, i nobili decaduti dei poemi cavallereschi che vagano solitari scambiando mulini a vento con creature fantastiche ed avverse, i personaggi del carnevale di Venezia e i pagliacci del circo non hanno né nascita, né fine, esistono eternamente.
Pittori, musicisti, narratori sovrappongono le età perché conoscono le cadenze eterne del tempo, sanno che i mutamenti sono solo apparenti e che l'uomo si ripete, uguale a se stesso, rimbalzando nei secoli, in una temporalità "a spirale", in un infinito ritorno del poi al prima e del prima al poi, come in un'enorme clessidra che, terminato il suo tempo, viene rovesciata...
Passato, presente e futuro vivono insieme nella stessa casa.
"Ciò che già è stato, è... Ciò che sarà, già fu..."
Il "nuovo", il "moderno", "l'avanguardia", "la rivoluzione"..... solo superficialità.
Di generazione in generazione cambiamo la nostra pelle, non certo la nostra anima.
L'anima rimane pressoché immutabile.
Passa attraverso le epoche, gli sconvolgimenti, le stasi...
Non si regola secondo le richieste sociopolitiche di un'età, non si lascia facilmente convincere dalle ideologie del momento, né segue le mode del periodo storico nel quale si trova a vivere.
L'anima si regola secondo leggi che esulano dai gusti, dagli usi e dalle tendenze più o meno mutevoli di un'epoca.
Le "nuove" forme del vestire, le "nuove" abitudini, i "nuovi" modi di vivere... non la toccano.
L'anima non vuole che si disprezzi l'uomo, la donna, la madre, il bambino...
Vuole che si rimetta ordine dove c'è disordine...
Desidera un qualcosa che faccia star bene tutti...
Vuole che uomini e donne sappiano interagire ed onorare, di volta in volta, l'altro sesso, perché la grandezza non viene dal rendere l'altro più piccolo, ma dall'essere in pace con se stessi e dal riuscire a vedere anche il valore degli altri.
Soffrono, gioiscono, reagiscono sempre allo stesso, identico, antico modo, secondo le leggi eterne della natura, verità che travalicano ogni confine temporale.
La pittura, la scultura, l'architettura, l'oreficeria e la ceramica, analogamente alla poesia, alla narrazione ed alla musica, rappresentano spesso molto bene questa dimensione "altra" del tempo, dimensione assoluta, eterna, infinita, che si perpetua, immutabile, fuori dai confini nei quali l'uomo vorrebbe comprimerla...
"DONNA CON VENTAGLIO" - 1905 "periodo rosa" - PABLO PICASSO |
Giardini, case, utensili, indumenti, oggetti antichi fatti riaffiorare dal passato, dipinti o descritti, non sono solo il simbolo del profondo legame che l'uomo ha nei confronti della sua tradizione, ma rivelano, molto spesso, anche il desiderio del pittore, dello scultore o del poeta di immergere le cose in un tempo il cui corso è stato volutamente interrotto, un tempo immobile, fermo, sospeso, eterno...
Sono incursioni nel passato che intendono personificare il sovrapporsi e l'arrestarsi della sequenza dei secoli.
" MATERNITA' " - 1905 - "periodo rosa" PABLO PICASSO |
Nostra madre che ci allatta non è forse uguale, nel gesto antico, a sua madre, alle sue nonne, alle sue bisnonne e a tutte le trisavole che, nel tempo, l'hanno preceduta in quello stesso amorevole gesto?
I momenti di gioia, gli attimi di felicità, le lunghe ore del dolore, i tempi incerti del trapasso dai natii luoghi terreni a quelli, sconosciuti, dello spirito, non sono forse uguali oggi come quattrocento anni fa?
La trepidante agitazione dell'animo che proviamo di fronte ad una persona a noi cara, non è lo stesso ancestrale, affannoso tormento di chi si accendeva di desiderio mille anni fa?
E il dolore di una madre che perde un figlio è forse meno straziante oggi di ieri?
"MADRE E FIGLIO - ACROBATI" - 1904 "periodo rosa" - PABLO PICASSO |
Tutto è antico ed infinito...
Non esiste alcuna nuova conoscenza...
Non è un progresso andare verso il domani...
"ACROBATA SUL PALLONE" - 1905 "periodo rosa" - PABLO PICASSO |
"ACROBATA E GIOVANE ARLECCHINO" - 1905 "periodo rosa" - PABLO PICASSO |
Pittori, musicisti, narratori sovrappongono le età perché conoscono le cadenze eterne del tempo, sanno che i mutamenti sono solo apparenti e che l'uomo si ripete, uguale a se stesso, rimbalzando nei secoli, in una temporalità "a spirale", in un infinito ritorno del poi al prima e del prima al poi, come in un'enorme clessidra che, terminato il suo tempo, viene rovesciata...
Passato, presente e futuro vivono insieme nella stessa casa.
"Ciò che già è stato, è... Ciò che sarà, già fu..."
Il cambiamento..... ingannevole. Non esiste cambiamento. Il rinnovamento...... apparente. |
"ACROBATA E PICCOLO ARLECCHINO" - 1905 "Periodo Rosa" PABLO PICASSO |
L'anima rimane pressoché immutabile.
Passa attraverso le epoche, gli sconvolgimenti, le stasi...
Non si regola secondo le richieste sociopolitiche di un'età, non si lascia facilmente convincere dalle ideologie del momento, né segue le mode del periodo storico nel quale si trova a vivere.
L'anima si regola secondo leggi che esulano dai gusti, dagli usi e dalle tendenze più o meno mutevoli di un'epoca.
Le "nuove" forme del vestire, le "nuove" abitudini, i "nuovi" modi di vivere... non la toccano.
"ARLECCHINO ALLO SPECCHIO" - 1923 PABLO PICASSO (1881 - 1973) |
L'anima non vuole che si disprezzi l'uomo, la donna, la madre, il bambino...
Vuole che si rimetta ordine dove c'è disordine...
Desidera un qualcosa che faccia star bene tutti...
Vuole che uomini e donne sappiano interagire ed onorare, di volta in volta, l'altro sesso, perché la grandezza non viene dal rendere l'altro più piccolo, ma dall'essere in pace con se stessi e dal riuscire a vedere anche il valore degli altri.
"PAUL TRAVESTITO DA ARLECCHINO" - 1923 PABLO RUIZ Y PICASSO SPAGNA, 25 OTTOBRE 1881 - FRANCIA, 8 APRILE 1973 |
Le anime non riconoscono quasi mai il cambiamento nei secoli... non badano alle età...
|
"RITRATTO DI PAUL" - 1923 PABLO PICASSO (1881 - 1973) |
Nessun commento:
Posta un commento