sabato 30 gennaio 2016

LA PRESENZA DI CHI SE NE E' ANDATO



VENTUNESIMO SCRITTO SUL TEMA

MI VENGONO INCONTRO DAL PASSATO.. TENDENDOMI LA MANO..




DEDICATO A TUTTE QUELLE PERSONE CARE CHE SI SONO RITIRATE A VIVERE NEI MONDI DELLO SPIRITO, MA CHE CONTINUANO A RIMANERE IN CONTATTO CON NOI ATTRAVERSO LA LORO ANIMA.
NEL RICORDO DI UN'AMICA CHE HA ABBRACCIATO IL SOLE PROPRIO IL PRIMO GIORNO DI FEBBRAIO DELLO SCORSO ANNO, GIORNO DELLA LUCE CRESCENTE, DEL RISVEGLIO, DELLA PURIFICAZIONE, DELL'ABBANDONO DI OGNI "VECCHIO" SCHEMA, DELLA RINASCITA A NUOVA VITA.
CHE IL FUOCO DELLA SUA FUCINA, ISPIRAZIONE ARTISTICA, POESIA, MAGIA, RITO, PERSONIFICAZIONE DELLA MEMORIA ANCESTRALE DELLA SUA FAMIGLIA DI ORIGINE, TRASMIGRI FECONDO ALLA SUA FUTURA DISCENDENZA.
"ANIMA PORTATA IN CIELO"  -  1878
DIPINTO DI WILLIAM-ADOLPHE BOUGUEREAU
(LA ROCHELLE - FRANCIA, 30 NOVEMBRE 1825
LA ROCHELLE - FRANCIA, 19 AGOSTO 1905)










Nel forse incredulo di ogni tramonto,
vi do il permesso di comparirmi in sogno...
Dall'umida notte, di nero vestita,
escono i raggi d'oro dell'aurora
che mi riportano, improvviso, 
il vostro volto lucente...
forza ancestrale che mi riempie l'anima...
e mi permette di sopportare
ogni tipo di affanno,
ogni genere di difficoltà...

Dopo la morte, l'anima di chi si è ritirato a vivere nelle realtà astrali, si apre anche alle anime delle persone che le erano state vicine nel tempo della vita terrena. 
Non solo a quelle dei familiari... dei fratelli, delle sorelle, dei genitori rimasti, loro malgrado, nel mondo fisico... dei figli, dei nipoti... ma anche a quelle del coniuge, degli amici, dei conoscenti, dei colleghi di lavoro, dei nemici e delle vittime, se mai ne aveva avute... di chi le aveva salvato la vita nel pericolo, di chi l'aveva aiutata, nel mezzo delle difficoltà, tendendole una mano, ma anche di chi l'aveva ignorata, derisa, ostacolata o combattuta...
di tutte le persone con le quali aveva condiviso qualcosa di profondo, di importante, di significativo...
Non è tutto...
Se chi se ne è andato coltivava una passione specifica, un interesse che aveva profondamente caratterizzato o condizionato il suo modo di vivere ed il suo stile, persino gli sconosciuti che erediteranno i suoi oggetti, che verranno in contatto con i "suoi" luoghi, che gli subentreranno al posto di lavoro o in seno alla famiglia.. e tutti quelli che condivideranno la sua stessa passione, si ritroveranno inclusi nell'espansione della sua anima.
Quando si muore, l'anima si dilata e sente dentro di sé l'anima familiare e la presenza degli altri.
Questa consapevolezza, della quale noi tutti facciamo esperienza anche in vita, ma che, dopo la morte, si accresce notevolmente, fa sì che la persona, ormai defunta, stia o sia spinta a stare effettivamente in mezzo alle anime delle persone ancora in vita.
Idealmente, l'anima di chi è morto distoglie l'attenzione dai vivi ed è attratta dalle anime delle persone di famiglia che sono morte prima di lei e che si trovano, già in pace, nei regni dello spirito.
Tuttavia, molte anime, anche dopo la morte, rimangono, per alcuni anni, "con la testa girata" verso i loro cari rimasti in vita, non vogliono proprio "dar loro le spalle" e, di tanto in tanto, fanno incursione nella fisicità del mondo dei vivi.
Alcuni bambini hanno la capacità naturale di vedere i defunti che sono fra di noi.
Per gli adulti è più facile accoglierli durante il sonno, nei sogni.
A volte queste anime vogliono attenzione per i problemi che non hanno fatto in tempo o non sono riuscite a risolvere mentre vivevano nel mondo terreno.
Altre volte, vogliono essere di aiuto.
Altre ancora, dire che stanno bene e che non soffrono più.
Ci sono anche persone che, dopo la morte, non si trasferiscono affatto negli altri mondi, ma continuano ad aggirarsi ai confini fra la nostra realtà e quella astrale, tutte proiettate sul mondo fisico, con l'attenzione focalizzata su di un parente, su di un amico, su di un nemico, su di una vittima, su di una persona che ha rovinato o tolto loro la vita, su di un qualcuno che, in modo improvviso, inatteso o ingiusto, le ha separate da una anima cara, da un affetto importante.. da un coniuge, da una famiglia, da un figlio...
Sono le persone decedute in seguito ad un incidente mortale improvviso, inaspettato, violento o ad un'aggressione sleale, scorretta, imprevista, persone decedute mentre erano, in stato di incoscienza, sotto anestesia, in un ospedale, durante un'operazione chirurgica, persone che non si sono accorte di essere morte...
Ma anche persone che hanno subito un'ingiustizia, che sono state vittime di un inganno, che, umiliate e derise, calpestate e represse, non riescono a perdonare un torto, a lasciar andare un rancore...
Persone che non hanno portato a termine una qualche  loro "missione" e sentono che il loro compito qui, sulla terra, non è ancora compiuto.
Le anime che, dopo la morte, si trovano in questo stato, non possono pensare in modo razionale,  in modo scientifico, con la chiarezza e con la logica di chi è nel mondo fisico, perché la loro personalità, in parte dissolta, li fa vivere in una condizione molto simile a quella che noi tutti sperimentiamo durante il sonno, nel sogno.
Quando uno sogna è raro che tragga delle conclusioni di fronte agli eventi, per quanto strani essi possano sembrare.
Nei sogni, le realtà più insolite appaiono, in genere, del tutto normali.
Così è per queste anime, solo vagamente consapevoli del fatto che stia accadendo loro qualcosa di insolito.
Naturalmente, sarebbe preferibile che chi è morto si ritirasse nel mondo che gli appartiene e non si dovrebbe mai incoraggiare un defunto, per quanto caro ci possa essere, a rimanere tra di noi.
Attraverso l'anima, si può restare in contatto con chi ci preme, anche se questa persona si è già trasferita nei mondi dello spirito.
Quando, dopo molti anni dalla dipartita, il corpo astrale, quello mentale e la personalità tutta si saranno dissolti, l'anima di questa persona, senza più veicoli, potrà essere completamente assorbita dall'anima universale, una coscienza che comprende tutti quelli che ci hanno preceduto, nella nostra stirpe familiare e sull'intero pianeta, una forza attiva, che influenza, tutti i giorni, in positivo o in negativo, la nostra vita.
Tutto questo dicono, sulle dinamiche dell'anima, le scuole di pensiero che stanno alla base dei riti spirituali degli sciamani di tutti i tempi e di tutte le latitudini. 
Questo dice l'attuale scuola di pensiero che sta alla base delle "Costellazioni Familiari", efficace terapia sistemica ideata dal geniale e ormai famoso missionario cattolico tedesco Bert Hellinger, filosofo, teologo, psicanalista, esperto in pedagogia ed in psicoterapia, in ipnosi ericksoniana, programmazione neurolinguistica, analisi transazionale...
Uomini di medicina degli indiani d'America, sacerdoti guaritori hawaiani, maestri tradizionali della Siberia, sciamani dell'alta zona artica, sacerdoti zulu del Sudafrica, curandeire del Mozambico, maestri zen di ogni era, praticanti dell'ho'oponopono moderno, sciamani e curatori di anime dei giorni nostri...
Tutte forme di spiritualità che poco si discostano le une dalle altre, se non per piccole, insignificanti differenze... 
Rituali di pacificazione geograficamente così distanti fra di loro... 
Rappresentazioni e celebrazioni dalle incredibili, stupefacenti somiglianze...
Obiettivo comune : riconciliarsi, risolvere i conflitti, cancellare le ostilità... andare incontro agli altri per poter far pace con noi stessi...
Penso sia interessante sapere che alcune culture siberiane tradizionali hanno rilevato che, tra le molteplici anime che  ogni individuo possiede, ci sono un'anima personale e un'anima familiare che, dopo la morte fisica, si separano l'una dall'altra pur continuando entrambe a vivere.
L'anima individuale si reincarnerà all'esterno della famiglia di appartenenza, anche lontano, in una diversa cultura... mentre l'anima familiare trasmigrerà, sicuramente, all'interno della stessa discendenza familiare... ad esempio in un nipote, nella figlia di un fratello... e, se la famiglia è andata estinguendosi, sceglierà una famiglia che assomigli, il più possibile, al suo sistema di origine.
Se lo spirito di chi è collegato a noi è infelice, anche noi ci sentiremo inquieti, agitati, dubbiosi...
Se lo spirito di chi è collegato a noi è felice, anche noi sentiremo la sua gioia sotto forma di forza e di sostegno.
Questa energia ci riempirà l'anima e ci darà il coraggio di accogliere e di sopportare ogni tipo di affanno, ogni genere di difficoltà.

"UGUAGLIANZA DAVANTI ALLA MORTE"  -  1848
DIPINTO DI WILLIAM - ADOLPHE BOUGUEREAU
(LA ROCHELLE - FRANCIA, 30 NOVEMBRE 1825
LA ROCHELLE - FRANCIA, 19 AGOSTO 1905)






domenica 24 gennaio 2016

NELL'ARTE.. IL RESPIRO DELL'ETERNITA'



QUARTO SCRITTO SUL TEMA

L'ARTE... UNA MINIERA PER LO SPIRITO




NELLA PITTURA, NELLA SCULTURA, NELL'ARCHITETTURA, NELL'OREFICERIA E NELLA CERAMICA... C'E' IL RESPIRO DELL'ETERNITA'... 
IL TEMPO CONVENZIONALE SI DISSOLVE E LASCIA IL POSTO AD UN TEMPO "ALTRO", FUORI DALLA TRIADE DI PASSATO, DI PRESENTE E DI FUTURO, UN TEMPO SENZA INIZIO E SENZA FINE, DILATATO, IMMOBILE, MISTICO, ESTATICO, IMPERITURO, SUPERIORE AL VARIARE DELLE MODE E DEGLI EVENTI, UN TEMPO CHE TRAVALICA OGNI CONFINE, OLTREPASSANDO I LIMITI DEI SECOLI NEI QUALI LA MENTE DELL'UOMO VORREBBE RINCHIUDERLO...




"... Ciò che già è stato, è...
Ciò che sarà, già fu..."
predicava l'oratore Qohelet l'Ecclesiaste...
Quarto Libro Didattico del Vecchio Testamento (3,15)


"FAMIGLIA DI ACROBATI CON SCIMMIA"  -  1905
"Periodo Rosa"   
PABLO RUIZ Y PICASSO
MALAGA - SPAGNA, 25 OTTOBRE 1881
MOUGINS - ALPI MARITTIME - FRANCIA, 8 APRILE 1973

Il tempo non è, come spesso ci hanno insegnato, un movimento lineare, una freccia che, dal passato, corre lanciata verso il futuro, ma è, piuttosto, un eterno presente, un moto circolare nel quale inizio e fine coincidono.
La pittura, la scultura, l'architettura, l'oreficeria e la ceramica, analogamente alla poesia, alla narrazione ed alla musica, rappresentano spesso molto bene questa dimensione "altra" del tempo, dimensione assoluta, eterna, infinita, che si perpetua, immutabile, fuori dai confini nei quali l'uomo vorrebbe comprimerla...

"DONNA CON VENTAGLIO"  -  1905
"periodo rosa"  -  PABLO PICASSO


Giardini, case, utensili, indumenti, oggetti antichi fatti riaffiorare dal passato, dipinti o descritti, non sono solo il simbolo del profondo legame che l'uomo ha nei confronti della sua tradizione, ma rivelano, molto spesso, anche il desiderio del pittore, dello scultore o del poeta di immergere le cose in un tempo il cui corso è stato volutamente interrotto, un tempo immobile, fermo, sospeso, eterno...
Sono incursioni nel passato che intendono personificare il sovrapporsi e l'arrestarsi della sequenza dei secoli.

" MATERNITA' "  -  1905  -  "periodo rosa"
PABLO PICASSO


Nostra madre che ci allatta non è forse uguale, nel gesto antico, a sua madre, alle sue nonne, alle sue bisnonne e a tutte le trisavole che, nel tempo, l'hanno preceduta in quello stesso amorevole gesto?
I momenti di gioia, gli attimi di felicità, le lunghe ore del dolore, i tempi incerti del trapasso dai natii luoghi terreni a quelli, sconosciuti, dello spirito, non sono forse uguali oggi come quattrocento anni fa?
La trepidante agitazione dell'animo che proviamo di fronte ad una persona a noi cara, non è lo stesso ancestrale, affannoso tormento di chi si accendeva di desiderio mille anni fa?
E il dolore di una madre che perde un figlio è forse meno straziante oggi di ieri?

"MADRE E FIGLIO  -  ACROBATI"  -  1904
"periodo rosa"  -  PABLO PICASSO


Tutto è antico ed infinito...
Non esiste alcuna nuova conoscenza...
Non è un progresso andare verso il domani...


"ACROBATA SUL PALLONE"  -  1905
"periodo rosa" - PABLO PICASSO


Le divinità dell'antico Egitto, gli dei e le dee della mitologia greca, i messaggeri, le sibille, le muse, le ninfe e le maghe, le maschere del teatro e tutti i travestimenti, i personaggi del racconto biblico della creazione, le schiere e le gerarchie delle creature celesti, i santi che lottano contro le forze tenebrose dell'inconscio (temibili draghi), gli eroi di Omero, i cavalieri alla ricerca del "Santo Graal", i tiranni e i re, i nobili decaduti dei poemi cavallereschi che vagano solitari scambiando mulini a vento con creature fantastiche ed avverse, i personaggi del carnevale di Venezia e i pagliacci del circo non hanno né nascita, né fine, esistono eternamente.

"ACROBATA E GIOVANE ARLECCHINO"  -  1905
"periodo rosa" - PABLO PICASSO


Pittori, musicisti, narratori sovrappongono le età perché conoscono le cadenze eterne del tempo, sanno che i mutamenti sono solo apparenti e che l'uomo si ripete, uguale a se stesso, rimbalzando nei secoli, in una temporalità "a spirale", in un infinito ritorno del poi al prima e del prima al poi, come in un'enorme clessidra che, terminato il suo tempo, viene rovesciata...
Passato, presente e futuro vivono insieme nella stessa casa.
"Ciò che già è stato, è... Ciò che sarà, già fu..."

"FAMIGLIA DI SALTIMBANCHI"  -  1905
"periodo rosa"  -  PABLO PICASSO 

Dal 1904 al 1907, Pablo, superato il dolore per il suicidio dell'amico, schiarì la sua tavolozza con le calde tonalità del rosa, accostate al rosso, all'ocra ed al blu e si ispirò alla vita del circo ...equilibristi, fragili ed aggraziate ballerine, agili acrobati, corpulenti pagliacci, bambini tenerissimi e lievi...
...immersi in un bagno di colori dal grande valore emozionale.

Il cambiamento..... ingannevole.
Non esiste cambiamento.
Il rinnovamento...... apparente.
Il "nuovo", il "moderno", "l'avanguardia", "la rivoluzione"..... solo superficialità.

"ACROBATA E PICCOLO ARLECCHINO"  -  1905
"Periodo Rosa"
PABLO PICASSO


Di generazione in generazione cambiamo la nostra pelle, non certo la nostra anima.
L'anima rimane pressoché immutabile.
Passa attraverso le epoche, gli sconvolgimenti, le stasi... 
Non si regola secondo le richieste sociopolitiche di un'età, non si lascia facilmente convincere dalle ideologie del momento, né segue le mode del periodo storico nel quale si trova a vivere.
L'anima si regola secondo leggi che esulano dai gusti, dagli usi e dalle tendenze più o meno mutevoli di un'epoca.
Le "nuove" forme del vestire, le "nuove" abitudini, i "nuovi" modi di vivere... non la toccano.

"ARLECCHINO ALLO SPECCHIO"  -  1923
PABLO PICASSO

(1881 - 1973)


L'anima non vuole che si disprezzi l'uomo, la donna, la madre, il bambino...
Vuole che si rimetta ordine dove c'è disordine...
Desidera un qualcosa che faccia star bene tutti...
Vuole che uomini e donne sappiano interagire ed onorare, di volta in volta, l'altro sesso, perché la grandezza non viene dal rendere l'altro più piccolo, ma dall'essere in pace con se stessi e dal riuscire a vedere anche il valore degli altri.


"PAUL TRAVESTITO DA ARLECCHINO"  -  1923
PABLO RUIZ Y PICASSO
SPAGNA, 25 OTTOBRE 1881  -  FRANCIA, 8 APRILE 1973



Le anime non riconoscono quasi mai il cambiamento nei secoli... non badano alle età...
Soffrono, gioiscono, reagiscono sempre allo stesso, identico, antico modo, secondo le leggi eterne della natura, verità che travalicano ogni confine temporale.

"RITRATTO DI PAUL" - 1923
PABLO PICASSO  (1881 - 1973)

domenica 17 gennaio 2016

ALBA ED IMBRUNIRE.. UN'INTIMA, SEGRETA CONNESSIONE



ETERNE, INFINITE, SCONOSCIUTE ENERGIE


OGNI MOMENTO, DEL GIORNO O DELLA NOTTE, POSSIEDE UNA SUA FORZA PARTICOLARE...





IL LEGAME SEGRETO E SPECIALE CHE UNISCE L'ALBA ALL'IMBRUNIRE


"..Non si può toccare l'alba..
se non si sono percorsi i sentieri della notte..."
scriveva Kahlil Gibran

"ALBA A LIMONE"
DIPINTO DELL'AMICO PAOLO SAVEGNAGO

PRIMAVERA 2014





Qui da noi, che viviamo la magica, misteriosa presenza del lago, sempre uguale a se stesso, eppure sempre così diverso, tutti i momenti, del giorno o della notte, sono meravigliosi e speciali... con la luce o con il buio, con il sole o con la luna, con il cielo terso o con quello imbronciato, con le stelle che brillano come diamanti nelle gelide notti d'invero o, d'estate, con la fitta cappa di nubi nere che annunciano, imminente, il temporale... con i venti freddi di ottobre che, un tempo, strappavano le vele ai pescatori o con la pioggia gentile di marzo che, a volte, porta ancora il profumo dei primi mandorli in fiore... con le acque calme, lisce come l'olio o con quelle alte e minacciose che tanto ricordano la bellezza del mare in burrasca... con il colore rasserenante dello zaffiro o con quello cupo ed inquietante del piombo... con gli aliti impalpabili e leggeri della brezza o con le mille sferzate di vento, soffio inquieto,  impetuoso, inclemente delle tempeste di grandine, delle buriane improvvise e inattese, delle bufere di pioggia, delle turbolenze e degli uragani che, da sempre, si sono abbattuti e si abbattono sul lago...
Tutto è meraviglioso e speciale...
Tuttavia, ci sono due momenti, nella giornata, che superano gli altri, perché possiedono una bellezza ed una forza del tutto particolari.
Sono quelli a cavallo tra il giorno e la notte e tra la notte ed il giorno... le ore della sera e quelle del primo mattino... i momenti nei quali ci addormentiamo e quelli nei quali ci risvegliamo... il tramonto e l'alba... il calare del sole sotto l'orizzonte con tutto l'insieme dei fenomeni luminosi e di colore ad esso collegati e, all'opposto, ma non certo in contrapposizione, l'ora che precede la levata del sole, la prima luce che compare nel cielo al termine della notte..... l'imbrunire che, declinando, vien meno e lascia il posto alla notte e l'aurora che, seguita silenziosamente all'alba, precede, con il suo chiarore e la sua energia, il sorgere vero e proprio del sole, annunciando il giorno. 
E anche se, a volte, sono attimi che nascono e  che muoiono in un solo istante, l'imbrunire e l'aurora sono i momenti migliori sul lago, quelli che ci fanno trattenere il respiro tanto è straordinariamente incredibile la loro grande bellezza e forte la loro misteriosa, antica, infinita energia, un intreccio fra temporalità ed eternità, in un orizzonte senza fine e senza limiti.
C'è un preciso momento, in ciascun tramonto ed in ciascuna alba nel quale la luce è come sospesa, ferma, immobile, in tensione fra la contingenza temporale dell'uomo e la permanenza dell'eternità divina... un momento nel quale la creazione trattiene il suo respiro, rimane in ascolto...
In quell'istante magico, tutto può accadere...
In quella luce, tempo ed eterno si possono annodare fra loro e la brezza del lago, se la ascoltiamo, ci può svelare il loro profondo segreto...
Il tramonto è il tempo più adatto a porre domande, l'alba è il tempo più propizio per ricevere risposte.
Se si acquista sensibilità, si possono porre le basi dell'alba già dentro l'imbrunire. 
Così, anche i momenti nei quali ci addormentiamo e i momenti nei quali ci risvegliamo, collegati fra di loro, ci porteranno in contatto con le dimensioni dello spirito.
Alla domanda posta prima di abbandonarci al sonno, seguirà, pronta, una risposta al momento del risveglio.
Rimaniamo immobili, per un istante, ed ascoltiamola...
In questi due momenti di passaggio dalla luce al buio e dal buio alla luce, quando il giorno non è ancora diventato notte e la notte giorno, quando la distinzione fra chiaro e scuro non è ancora netta e i due opposti aleggiano ancora nell'aria, abbracciati fra loro come due amanti, se solo facciamo un attimo di attenzione, possiamo sentire che tutto quello che, nella vita, ci appare in contrapposizione, non è altro che una sola ed unica forza, divisa in due diversi aspetti, opposti sì, ma intimamente connessi fra loro.... un'unica medaglia con due differenti facce, in contrasto, ma, al tempo stesso, fortemente unite nel profondo.... 
Yang e yin, tenebra e luce, nero e bianco, donna e uomo, terra e cielo, male e bene, falso e vero, morte e vita, riposo e veglia, aridità ed abbondanza, pianto e riso, tristezza e gioia, odio e amore...


IL TESTO E' COLLEGATO ALL'OTTAVA SEDUTA DI DIGITOPRESSIONE SUI PUNTI DELL'AGOPUNTURA E ALLO SCRITTO CHE, A SUO TEMPO, NE ERA SEGUITO  ( VEDI MESE DI DICEMBRE 2015).
DURANTE IL TRATTAMENTO,  RICEVUTO  DALL'OPERATORE
GUIDA, IL MIO FISIOTERAPISTA FABRIZIO CENTONZE, CHE, IN QUELL'OCCASIONE, MI AVEVA CONDOTTO AL CAPEZZALE DI MIO PADRE MORENTE, PER UN ULTIMO, STRUGGENTE COMMIATO..... AVEVO VISUALIZZATO L'IMMAGINE RISOLUTIVA DEL LAGO, CHE MIO PADRE TANTO AMAVA... TRAMONTO ED ALBA INSIEME, ACQUE CALME E COLORI DA FIABA... IMMAGINE CHE CONSERVO ANCORA NEL CUORE, INTATTA COME QUEL GIORNO, MAGICO MESSAGGIO D'AMORE PERVENUTO DA UNA DIMENSIONE SPIRITUALE.


Un ringraziamento particolare va al mio fisioterapista Fabrizio Centonze, che, con abilità e intuizione, ha saputo trasformare in una magica, colorata immagine risolutiva il mio profondo dolore.
 E un ringraziamento altrettanto particolare va all'amico Paolo Savegnago, che mi ha concesso di illustrare il testo con l'immagine dell' "Alba a Limone", dipinto che lui stesso ha realizzato nella primavera del 2014, in visita sul Garda, e che, per l'inafferrabile, magica atmosfera, richiama, in un certo qual modo, l'immagine della mia visualizzazione.

"ALBA A LIMONE"  -  DIPINTO DI PAOLO SAVEGNAGO  -  PRIMAVERA 2014

NELL'ATEMPORALITA' DELLA MIA ANIMA
HO RIPOSTO, CON RISPETTO,
TUTTE LE IMMAGINI RIAFFIORATE
DURANTE IL MOVIMENTO DI GUARIGIONE,
IN PARTICOLAR MODO
QUELLA CONCLUSIVA DEL LAGO,
PIACEVOLE COME L'IMMAGINE CHE PAOLO HA EVOCATO NEL DIPINTO,
ISPIRATO, PER TECNICA, ALLE AVANGUARDIE DEL PRIMO NOVECENTO.

martedì 12 gennaio 2016

IL GIALLO E IL BLU.. COPPIA PERFETTA DI OPPOSTI



QUINTO SCRITTO SUL TEMA

"DI CHE COLORE SEI?"



IL POTERE TERAPEUTICO DEI COLORI


"...tutti i colori sono gli amici dei loro vicini e gli amanti dei loro opposti..."
amava ripetere Marc Chagall che, di accostamenti fra colori, se ne intendeva...

"DONNA DEL LAGO"   -   "RITRATTO DI GIUSEPPINA SEGALA"   -   PRIMAVERA 2014
DIPINTO DI PAOLO SAVEGNAGO


IL GIALLO ED IL BLU, UNA COPPIA PERFETTA DI COLORI OPPOSTI CHE
NON SI CONTRASTANO, MA CHE, AL CONTRARIO, SI ATTRAGGONO...
ACCOSTATI ARMONIOSAMENTE DALL'AMICO PAOLO SAVEGNAGO NEL DIPINTO
 "DONNA DEL LAGO" CHE, A GRANDEZZA NATURALE, MI RITRAE, SUL BALCONE DELLA MIA CAMERA, NELLA PRIMAVERA DI DUE ANNI FA...


IL DIPINTO E' CARATTERIZZATO DALL'USO DI UNA PARTICOLARE TECNICA PITTORICA
DERIVATA DAL NEO-IMPRESSIONISMO,

MOLTO SIMILE A QUELLA CHE USAVANO I DIVISIONISTI
A CAVALLO FRA L'OTTOCENTO E IL NOVECENTO O I PRIMI FUTURISTI DEGLI ANNI DELLA GRANDE GUERRA, TECNICA CHE PREVEDE LA SEPARAZIONE DEI COLORI IN SINGOLE PENNELLATE DI LUCE CHE DEVONO, PERO', INTERAGIRE TUTTE FRA DI LORO, CORRELATE LE UNE ALLE ALTRE, IN UNA PERFETTA UNITA' SISTEMICA IN CONTINUO, SIMULTANEO MOVIMENTO.


LA COPPIA DI COLORI OPPOSTI E COMPLEMENTARI RAPPRESENTA IL RAPPORTO DI SCAMBIO FRA L'EFFETTO CENTRIFUGO, MASCHILE, PIENO, CALDO E STIMOLANTE DEL GIALLO ARANCIATO E QUELLO CENTRIPETO, FEMMINILE, VUOTO, FREDDO E CALMANTE DELL'AZZURRO E DEL BLU.


UTILIZZATA COME TERAPIA, LA COPPIA GIALLO-BLU E' UTILE IN CASO DI IRREQUIETEZZA, DI ECCITABILITA', DI DISEQUILIBRIO, DI VERTIGINI...
DI PALPITAZIONI, DI INAPPETENZA...




Il giallo ed il blu sono due colori che si oppongono fra di loro, ma non si contrastano.
Luce ed oscurità, energia e calma, entusiasmo e tranquillità, follia e saggezza, il giallo ed il blu si cercano, si attraggono, interagiscono, si legano attivamente fra loro, superano l'opposizione delle loro due diverse polarità... si toccano, si conciliano, si combinano, partecipano, l'uno con l'altro, alle loro stesse, opposte qualità e mostrano chiaramente la loro origine...
Yang e Yin, maschile e femminile, il giallo e il blu si richiamano tra di loro e si fronteggiano, in una costante tensione che mira alla totalità della quale ogni singolo colore è la sezione incompleta.
Insieme rappresentano, in contrapposizione armonica, la riunificazione delle opposte polarità di luce ed ombra nell'unità... un'unità superiore... nella quale gli elementi che compongono la totalità, visti accostati gli uni accanto agli altri, danno, all'occhio di chi guarda, una gradevole impressione di armonia, come la può dare la brillante luminosità del sole sulla profonda, buia ricchezza dell'oceano.
Nell'oracolo cinese l' "I - King" si legge:
"L'oscuro sta accanto al chiaro e, distaccandosene, compie la sua luminosità."
Johann Wolfgang Goethe, che aveva studiato l'essenza dei colori, il loro aspetto psichico, magico, simbolico, scriveva:
"Proprio come il chiaro e lo scuro, anche i colori richiamano direttamente il loro opposto, in modo che siano sempre presenti, contemporaneamente, un fatto ed il suo contrario.."
Il giallo è il colore più vicino alla luce, il più luminoso e il più brillante.
Ha il carattere energico e radioso del disco solare.
Stimola le funzioni dell'intelletto, risvegliando la curiosità e l'entusiasmo.
E' una porta aperta su un futuro di rinascita...
Il blu evoca una sensazione di calma e di tranquillità, di profondità e di ricchezza interiore.
Colore della dolcezza e della generosità, ha un effetto rilassante sul sistema nervoso centrale.
Associato alla sapienza divina, richiama l'uomo verso l'infinito.
Giallo e blu, come due metà, si completano a vicenda, creando l'interezza.
Il giallo "ci tira su", ci fa passare la malinconia, ci aiuta ad affrontare le prove intellettuali e quelle affettive, fortifica i nostri nervi ed il nostro cervello.
Il blu ci distende e ci rilassa, ci fa ritrovare la pace e la serenità, calma i nostri nervi e li aiuta a rigenerarsi.

"DONNA DEL LAGO"  -  "RITRATTO DI GIUSEPPINA SEGALA"  -  PRIMAVERA 2014
DIPINTO DI PAOLO SAVEGNAGO
DETTAGLIO DELLA PRIMA VERSIONE DEL DIPINTO,
DOVE L'ARANCIATO DELLA PELLE SI RAPPORTA ALL'AZZURRO DELL'AMBIENTE
CIRCOSTANTE E AL BLU DEL VESTITO, CREANDO UN GRADEVOLE SCAMBIO 

FRA STIMOLO E CALMA.






martedì 5 gennaio 2016

SESTA SEDUTA DI DIGITOPRESSIONE

UNDICESIMO SCRITTO SUL TEMA

IL CORPO E' UN IMMENSO SPECCHIO DELLA NOSTRA MEMORIA




DEDICATO A MIA MADRE

"UN GIORNO TI HO CHIAMATO MADRE.
LO SEI RIMASTA PER TUTTA LA VITA."


RIELABORAZIONE SOGGETTIVA, IN FORMA DI POESIA, DELLA SESTA SEDUTA DI DIGITOPRESSIONE SUI PUNTI DELL'AGOPUNTURA.
LA "RIEVOCAZIONE POETICA", PRECEDUTA DA UN BREVE TESTO CHE FUNGE DA "INCIPIT", E' AVVENUTA DOPO UNA SOMMARIA RICOSTRUZIONE SPONTANEA DELLE REALTA' EMERSE, IN FASE DI VISUALIZZAZIONE, NEL CORSO DELLA SEDUTA STESSA.
E' SCATURITA, SENZA FORZATURA ALCUNA, A QUALCHE GIORNO DI DISTANZA DAL TRATTAMENTO RICEVUTO ED E' LIBERAMENTE ISPIRATA AD UN VECCHIO RACCONTO DI BERT HELLINGER, GRANDE MAESTRO CHE, VENTI GIORNI OR SONO, HA FESTEGGIATO, IN PIENA FORMA FISICA, I SUOI NOVANT'ANNI DI ETA'.


OPERATORE GUIDA : 
FISIOTERAPISTA FABRIZIO CENTONZE



"... d'in cima a' ghiacci diasprati
sciogliea, nastri d'argento, le cascatelle allegre..."
Giosuè Carducci  
"Elegia del Monte Spluga"
vv, 7 - 8
VALLE SABBIA  -  VOBARNO  -  1957
LA MAMMA CON NOI TRE BAMBINI  NELLA FIAT TOPOLINO DEL PAPA'



PREMESSA

Mi metto comoda, sdraiata da ovest verso est, in direzione del lago e mi raccolgo in me stessa, chiudendo gli occhi e respirando adagio per prendermi ancora qualche minuto di tempo in più, prima di iniziare la seduta...
Allontano il più possibile tutti i miei pensieri e immagino me stessa come un foglio bianco sul quale l'esperienza non ha ancora tracciato i suoi segni.
Il silenzio e la penombra della stanza mi permetteranno di accedere alla visualizzazione senza distrazioni e di "annotare" meglio, nei taccuini della mia memoria, tutto quello che mi accadrà durante il trattamento.
La mia guida mi ricorda di ascoltare e di accogliere senza trarre mai conclusioni.
Di lì a poco sceglierà il flusso energetico da seguire, selezionerà i punti sui quali soffermarsi, li analizzerà e li classificherà... troppo pieni o, viceversa, troppo vuoti... troppo duri o, al contrario, troppo molli... caldi o freddi, sensibili o insensibili, dolenti in profondità oppure già in superficie... 
La fermerò solo sui punti "di allarme", quelli dove la pressione mi sembrerà troppo fastidiosa.
Inspiro ed espiro sempre più lentamente.
L'aria che esce porta via tutti i miei pensieri, le mie preoccupazioni, le mie ombre...
Mi sento accolta e a mio agio.
Fabrizio dà inizio all'apertura della seduta rilassandomi le spalle ed il collo.
La pressione delle sue dita è, come sempre, delicata ma, allo stesso tempo, anche molto profonda.
Le sue mani, appoggiate sulle mie spalle, aprono e sciolgono tutti i pesi che la mia mente vi ha caricato.
La sua voce è calda e sommessa:
"Ora sentirai il tuo corpo farsi sempre più pesante..
Abbandonalo alla forza di gravità della terra..."
E ancora:
"Non ti suggerisco nulla..
Lascio che la visualizzazione ti arrivi da sola...
Un luogo, un colore, una persona..."

LIMONE SUL GARDA  -  1957
LA MAMMA CON NOI TRE FIGLI PICCOLI NELLA CASA DEI MIEI NONNI MATERNI.

(DETTAGLIO DI UNA DELLE TANTE FOTOGRAFIE 
SCATTATE DALL'AMICO RUDOLF AMEND )


E' facile fare ritorno all'infanzia mentre si è distesi, come su di un fasciatoio, con una persona di fiducia che si prende cura di te con amore, come facevano tua madre e tuo padre nel tempo, ormai lontano, dei tuoi primissimi mesi di vita, quando ti pulivano, ti lavavano, ti asciugavano, ti incipriavano, ti rivestivano... quando ancora c'era un contatto fisico tra genitori e figli...
Mentre penso a questa realtà, sento, improvvisamente, il bisogno di contattare la  mano del mio operatore, di averla, almeno per un momento, sopra la mia.
Le immagini iniziano a venirmi incontro in successione, come quando si è tra la veglia ed il sonno... rappresentazioni mentali di corpi, di figure, di spazi... espressioni di concetti rievocati alla memoria e trasfigurati dalla fantasia...
Nonostante gli occhi chiusi, da est-sudest mi arriva, ancora per un attimo, l'immagine cara del lago, sul quale si affacciano le vetrate della stanza. 
E' azzurro, grigio e argento, aperto e appena increspato, già poeticamente trasfigurato dalla mia fantasia.
Poi, questa volta da est-nordest, mi viene incontro il volto gigantesco di una zingara e, subito di seguito, ma, questa volta da ovest, in luogo elevato e scosceso, il possente santuario della "Madonna della Rocca", la valletta della Degagna da un lato, la valle Sabbia dall'altro e, in basso, abbandonato nel fondovalle e attraversato dal fiume Chiese, il paese di Vobarno con la sua acciaieria, terra montana dei primi vent'anni della mia esistenza.
L'immagine dell'edificio sacro, costruito sui resti di una massiccia fortezza medioevale del X secolo, attira, più di ogni altra, la mia attenzione...
VALLE SABBIA  -  VOBARNO  -  1958
LA MAMMA, I MIEI FRATELLI E UN PICCOLO AMICO DI FAMIGLIA



Un attimo e sono alla mia infanzia.
Sono bambina... sette o forse otto anni di età. 
Non sono sola. 
Insieme a me ci sono mio fratello e mia sorella, entrambi più piccoli.
E poi c'è mia madre, giovane, forte, piena di energia, con, sottobraccio, un cesto di vimini colmo di frutta, di dolci, di panini imbottiti e di bevande e con  in mano  le "gocce di pino" per noi bambini, grosse caramelle ovali, ricoperte di granella di zucchero ed intrise di olio essenziale balsamico che serviva ad aiutare il respiro durante la salita.
1958  -  LA MAMMA CON MIA SORELLA


Ci teniamo per mano, io e i miei fratelli. 
Anche la mamma ci tiene per mano e ci indica la strada.
Siamo ai piedi della ripida salita che conduce alla "Madonna della Rocca", sulla cima del colle Cingolo, meta dei nostri frequenti "pellegrinaggi"... piacevoli passeggiate, tra il sacro ed il profano, che ci portavano ad allontanarci dal rumore cupo e minaccioso dell'acciaieria e a raggiungere un luogo consacrato e restaurato in assoluzione di voto di devozione, un insediamento difensivo recuperato dopo un lungo periodo di abbandono, uno spazio silenzioso ricco di fascino e di mistero, un posto fuori dal tempo che ci attirava e che ci incuteva paura, un "luogo alto" dove riuscivamo ancora a respirare aria di tempi lontani... a sentire  profumi appartenuti ad altre epoche... a cercare passaggi segreti ormai murati, cammini di ronda, feritoie, frecce scagliate dalle balestre... a immaginare, rimbalzando nel tempo, battaglie, soldati, sangue e baionette lungo i dirupi precipiti a picco sul paese sottostante... un eremo dove non incontravamo mai nessuno, ma dove la nostra fantasia riusciva a lavorare a tal punto da produrre spettri, ombre, fantasmi, presunte forme materializzate di spiriti antichi ormai trapassati...
La mamma è vestita di bianco, i capelli nerissimi e corti e sembra così sicura di sé, davanti a noi. 
Dipendiamo completamente da lei.
LIMONE SUL GARDA  -  REAMOL  -  1958
IO E LA MAMMA NELLA CASA DEI MIEI NONNI PATERNI

Ci raccomanda di non allontanarci neppure per un secondo e ci ricorda che, proprio lì, nei pressi di quelle ultime abitazioni isolate, confine tra il paese ed il colle, è stato rapito un bambino, strattonato via, in malo modo, da una zingara e portato lontano dalla sua casa e dai suoi affetti...
Come era rimasta impressionata la mamma dal rapimento di Fabio Chiele, il bimbo vobarnese scomparso nel nulla e ritrovato, poi, in Sardegna, tredici mesi dopo, in un accampamento nomade. Fabio aveva solo un anno di età.
La madre, Maddalena, lo aveva lasciato seduto, per un attimo, sui gradini che portavano all'uscio della sua casa, mentre lei, raggiunta la parte interna dell'abitazione, si era messa a sbrigare, tenendolo d'occhio, una qualche piccola faccenda domestica. 
Un attimo e il bambino non c'era più.
LIMONE SUL GARDA  -  1957  
LA MAMMA CON ME, MIA SORELLA E UN PICCOLO AMICO DI FAMIGLIA
NELLA CASA DEI MIEI NONNI MATERNI



Ci uniamo alla mamma e diamo inizio al nostro pellegrinaggio, un legame di fede che i vobarnesi rinnovavano, ogni anno, con una grande festa che si teneva la seconda domenica di settembre e che noi  perpetuavamo, a modo nostro, in ogni stagione, ogni volta che il tempo ce lo permetteva.
Una storia iniziata l'otto di dicembre del 1944, con una richiesta di protezione dai bombardamenti, quando, nell'ultima fase della Seconda Guerra Mondiale, gli aerei degli "alleati" iniziarono a prendere di mira, per colpirlo, lo stabilimento Falck ed il  piccolo paese bresciano che gli si era sviluppato al fianco e che dipendeva esclusivamente da questa fonte di reddito.
VOBARNO  -  VALLE SABBIA  -  BRESCIA  -  1958
LA MAMMA CON NOI FIGLI PICCOLI ED UN NOSTRO AMICHETTO






Così è iniziata la visualizzazione che mi ha condotto a focalizzare tutta la mia attenzione su mia madre, grande, e pressoché unica, figura di accudimento per me e per i miei fratelli. 
La meditazione che ne è seguita mi ha riportato alla memoria un breve, intenso racconto di Bert Hellinger, dove un figlio implora in ginocchio il genitore morente, pur di avere la sua benedizione prima del definitivo addio.
Quanta forza aveva ed ha, a tutt'oggi, mia madre..
Il lato ombra del suo fortissimo senso materno, che tendeva, troppo spesso, a manifestarsi in forma soffocante, ha impedito, più di una volta, a noi figli di crescere, di fare scelte, di esprimere in modo autonomo le nostre verità, ma come era bello sentirsi accuditi, protetti, al sicuro, con lei vicina che ci nutriva, ci dissetava e sorvegliava su di noi...


ED ECCO LA RIELABORAZIONE POETICA
SCATURITA DA QUESTA VISUALIZZAZIONE :


A TE, MADRE..


Una figlia
andò da sua madre
e le chiese:
“Madre,
ti prego,
dammi la tua benedizione
prima di andartene!”

La madre,
un tempo autoritaria e severa,
rispose:
“La mia benedizione
sarà
accompagnarti
lungo un tratto
del sentiero della conoscenza...”

All'alba,
si incontrarono nel luogo convenuto.

La figlia si fece piccola
di fronte alla propria madre.

Salirono l'erto colle,
su, su, fino all'antica Rocca,
lontano dalle ombre della loro stretta valle...

I passi
risuonavano come preghiera
a celebrare il ricordo
dell'antico voto...

Quando,
finalmente,
giunsero in cima,
sul finire del giorno,
sopraffatte dalla fatica,
videro,
in tutte le direzioni,
tra le rocce ed il cielo,
la terra inondata di luce...

La Rocca,
distrutta,
ricostruita,
divenuta chiesa,
dominava,
possente e severa,
le due valli,
la corte sottostante,
la ferriera ed il fiume...

Il sole scomparve,
portando con sé
i suoi raggi lucenti...

Fu subito notte,
ma, in quell'oscurità,
quello che avevano cercato
si rivelò...
e videro una moltitudine di stelle
scintillanti e lontane...

La figlia,
un tempo antagonista e ribelle,
si inchinò profondamente
davanti alla madre
per accogliere,
attraverso di lei,
la benedizione dell'universo.

“Tu sei la migliore fra tutte le madri, per me,
perché sei la mia!”

"Ti ho chiamata "Mamma!" 
Era un un giorno lontano...
Lo sei rimasta
per tutta la mia vita."

Alzarono il viso,
madre e figlia,
e il vento portò una pioggia leggera...

Nelle gocce,
piccole lenti  
ferme sulle guance della madre,
c'erano le carezze meravigliose
di chi,
un tempo,
le era stato vicino...

Gli sguardi pieni di affetto
di suo padre...
La dolcezza infinita
della zia...
Le parole premurose e benevole
della nonna...
Lo sguardo acuto e sagace
dello zio...
Il sorriso bellissimo e distaccato
di sua madre,
anima antica,
un tempo indifferente e lontana...


(Il testo della poesia è liberamente ispirato ad un racconto di Bert Hellinger.
Le fotografie sono state scattate dall'amico Rudolf Amend, detto Rudi.)